Serie A in campo durante i Mondiali: “USA, Emirati Arabi o Africa, qualcosa si è mosso”

La delusione per la mancata qualificazione dell'Italia ai Mondiali è ancora fortissima e difficile da metabolizzare. I campioni d'Europa si sono ritrovati in poco tempo a passare da candidati per una possibile vittoria in Qatar ad un ruolo da spettatori per la sciagurata sconfitta contro la Macedonia. Un danno notevole per tutto il movimento calcistico italiano, che come accaduto nel 2018, dovrà nuovamente risorgere dalle sue ceneri. Sarà indispensabile dunque una programmazione importante, a cominciare dal periodo in cui andrà in scena la fase finale del Mondiale.
Cosa faranno i calciatori italiani in quel periodo in cui i campionati nazionali e le coppe europee e internazionali saranno ferme per lasciare spazio alla kermesse qatariota? La Serie A sta pensando alla possibilità di organizzare qualcosa per permettere ai giocatori di restare "caldi" e non fermarsi ai box da fine novembre a gennaio 2023, in attesa di recuperare poi via via le stelle del pallone straniere che, al contrario degli azzurri, saranno impegnate con le proprie nazionali in Medio Oriente.

Proprio per questo si lavora e si valutano proposte nelle stanze dei bottoni. Emblematiche in tal senso le ultime dichiarazioni di Aurelio De Laurentiis. Il presidente del Napoli ha spiegato di essere al lavoro con altre società per mettere sul tavolo della Lega una proposta di competizione alternativa, anche non in Italia, dopo che la prima proposta di Mundialito è stata bocciata: "C'è il periodo del mondiale, senza l'Italia, ma vedendo il calendario non c'è dubbio che in semifinale o in finale non ci saranno tutte le squadre, quindi molti rientreranno. Dal 23-24 novembre noi stiamo cercando di organizzarci con altre squadre per fare qualcosa… si era parlato di Usa, Emirati, forse Nord Africa, stiamo vedendo e studiando, c'è una commissione di Lega che valuta le opportunità".
Sono tante le idee, anche perché diversi club a quanto pare si sono già mossi. Quello che è certo è che si vuole evitare che poi alla ripresa i calciatori (soprattutto quelli italiani, delle nazionali non impegnate ai Mondiali, o subito eliminate) siano impreparati e non pronti a rimettersi subito in gioco, dopo una lunga inattività in un periodo "inconsueto" come quello invernale, quando solitamente si gioca e ci si ferma solo per un breve periodo: "Poi è chiaro che non puoi convincere tutte a seguire un certo protocollo e qualcuno si organizzerà o si è già organizzato in un altro modo. Noi non possiamo stare fermi dal 15 novembre al 6 gennaio, dovremo essere pronti e pettinati per non soffrire".