Serie A, i club vogliono sospendere gli stipendi dei calciatori per il mese di marzo
L’emergenza Coronavirus ha bloccato l'Italia e, di conseguenza, anche lo svolgimento di tutte le attività sportive. Tra queste c'è stato lo stop per tutti i campionati di calcio, nonostante qualche discussione di troppo, e così la Serie A non scende in campo dall'8 marzo ed è probabile che non lo farà ancora per diverso tempo. Nonostante alcune società abbiano già richiamato i calciatori per gli allenamenti, sia Lazio che Napoli potrebbero riprendere lunedì 23 marzo, e l'AIC ha subito criticato questa mossa, ecco che oggi si è tenuta l'assemblea di Lega per discutere i prossimi passi da fare. Dalla riunione di oggi pomeriggio sarebbe emersa la volontà da parte di tutti i club di sospendere le retribuzioni di marzo dei giocatori ma ora questa ipotesi deve essere presa in esame da Damiano Tommasi, presidente dell’Associazione Italiana Calciatori. La soluzione di cui si era parlato nei giorni scorsi era quella di un taglio tra il 20 e il 30% dell'ingaggio degli atleti ma per ora le società vorrebbero partire con la sospensione degli emolumenti di marzo.
Nel caso in cui il campionato finisca con molto ritardo le perdite per il sistema calcio potrebbero attestarsi tra i 140 e i 170 milioni di euro e di fronte ad una simile cifra le società chiederanno uno sforzo ai loro tesserati. Per ora l'unica decisione resta la sospensione dello stipendio di marzo ma quando si avrà più chiaro il quadro sulla possibilità di riprendere o meno il torneo, allora verranno messe sul tavolo altre ipotesi.
Calcio, questione allenamenti: si cerca accordo sulla ripresa
Come già anticipato in precedenza, si è discusso molto sull'annuncio di alcune società che hanno richiamato gli atleti per riprendere le attività quando non è ancora certa la ripartenza del campionato: la Lega di Serie A potrebbe proporre una ripresa uniformata per tutti, che avverrà 21 giorni prima dalla data un cui ripartirà il torneo.