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Sarri racconta lo struggimento alla Juve: “Grande sofferenza, da tifoso del Napoli ho fatto fatica”

Se potesse tornare indietro, Maurizio Sarri non lascerebbe il Chelsea per andare alla Juventus: “È senza dubbio l’errore su cui recrimino di più”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Maurizio Sarri morde il freno con la voglia matta di rientrare, altro che anno sabbatico. L'amara fine dell'esperienza alla Lazio, con le dimissioni dello scorso marzo, non ha tolto al 65enne tecnico toscano la passione della sua vita, insegnare calcio. Dici Sarri e pensi al grande spettacolo delle sue squadre, ma anche alle vittorie: nel suo palmarès ci sono lo Scudetto con la Juventus e l'Europa League col Chelsea. E proprio queste esperienze, oltre a quella indimenticabile del Napoli, sono al centro di alcune riflessioni del tecnico: struggimento (Juve), rimpianti (Chelsea), amore (Napoli).

Maurizio Sarri all'inizio della sua avventura col Napoli nel 2015
Maurizio Sarri all'inizio della sua avventura col Napoli nel 2015

Maurizio Sarri: "Juventus percorso di grande sofferenza"

Sulla Juventus Sarri svela la complessità emotiva della scelta di andare lì, con tutto quello che comportava dopo il grande amore con la piazza di Napoli, ma anche alla luce del colore del suo cuore, un azzurro intenso che adesso ribadisce: "Fu un percorso di grande sofferenza, con tanto di discussioni in famiglia. Diciamo che da tifoso del Napoli ho fatto fatica. Non avrei dovuto lasciare il Chelsea, ecco".

A proposito del club inglese – lasciato nell'estate del 2019 per approdare in bianconero – spunta il rimpianto di Sarri: "È senza dubbio l'errore su cui recrimino di più. C'erano buone basi per restare, ho commesso un grosso errore. Abbiamo vinto l'Europa League, il progetto era grande ma volevo tornare in Italia, purtroppo". Un purtroppo che dice molto sulla sua decisione di allora di andare alla Juve, dove pure ha vinto l'unico massimo campionato della sua carriera.

Sarri col trofeo dello Scudetto vinto con la Juventus nel 2020
Sarri col trofeo dello Scudetto vinto con la Juventus nel 2020

Il cuore di Sarri è ancora azzurro: "Comprerò casa a Napoli"

"Il Milan forse è un rimpianto – aggiunge il tecnico al Corriere della Sera – ci ero andato vicino vicino e poi non mi vollero (fu bocciato per le sue idee politiche, ndr). Venne il Napoli, l'esperienza più intensa della mia carriera. Senza vincere titoli? Le storie più belle del calcio sono quelle in cui non si è vinto. Con De Laurentiis ho avuto un rapporto non sempre facile, ma lo ringrazierò sempre per avermi dato la possibilità di allenare la squadra per cui tifavo da bambino. Comprerò casa a Napoli".

Il Napoli di Sarri è scolpito nella memoria per il campionato dei 91 punti e dello "Scudetto perso in albergo", il tecnico ricorda tutto come fosse oggi: "Si può ridere finché si vuole, ma andò così. Ci fu un errore clamoroso, poi anche riconosciuto, di uno degli arbitri migliori, Orsato, in Inter-Juventus. Noi eravamo in ritiro in albergo: uscii dalla mia stanza incazzato nero, volevo spaccare tutto, ma dovevo tirare su di morale i ragazzi. Li vidi seduti sulle scale dell'hotel, piangevano. Era già troppo tardi: noi perdemmo con la Fiorentina e lo Scudetto andò alla Juve".

Un pensoso Sarri negli ultimi tempi alla Lazio
Un pensoso Sarri negli ultimi tempi alla Lazio

Sulla Lazio poche parole e un giudizio impietoso: "Ambiente appiattito, squadra intorpidita". Dicevamo della voglia di rientrare, Sarri si offre su piazza senza infingimenti: "Quando senti l'energia, la voglia di campo che cresce non puoi stare senza. Le prime settimane dopo aver lasciato la Lazio ho staccato completamente, avevo bisogno di riposo mentale e sono stato preso anche da problemi familiari. Adesso mi manca, e tanto. C'erano panchine libere in squadre che immaginavo potessero fare per me. Non sono stato interpellato neanche per una chiacchierata. Sono i presidenti a decidere, ci mancherebbe. Ma meritavo di essere ascoltato almeno un quarto d'ora. Milan e Fiorentina? Erano due squadre adatte a me, certo".

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