L'aquila sulla mano, il sorriso in volto e una vittoria in pugno. La vittoria nel derby ha rilanciato la Lazio. Battere José Mourinho e la Roma è come ritagliarsi un bonus di fiducia che vale almeno fino alla gara di ritorno e permette a Sarri di fare (anche) la voce grossa sulle polemiche arbitrali sollevate dai giallorossi. Il club ha raccolto materiale in un dossier dopo lo sfogo del tecnico portoghese: "In dieci anni il calcio italiano è cresciuto ma non la classe arbitrale", disse lo special one commentando la sconfitta e puntando l'indice contro il direttore di gara Guida e il collega al Var, Irrati.

Il rigore non concesso a Nicolò Zaniolo nel primo tempo (Hysaj lo prende per un braccio e lo trascina a terra) e la mancata ammonizione di Leiva (che avrebbe portato all'espulsione) gli episodi da matita blu annotati dai capitolini, decisivi per l'esito dell'incontro. Mou si prese la scena e menò fendenti contro tutti, anche contro Parolo (opinionista per DAZN a bordocampo) che da ex laziale aveva festeggiato con enfasi per niente professionale con alcuni ex compagni di squadra: "Complimenti per la vostra splendida vittoria", gli disse in diretta.

A distanza di pochi giorni da allora, Sarri toglie un sassolino dalla scarpa. Approfitta della conferenza stampa alla vigilia della gara di Europa League contro la Lokomotiv Mosca per rispedirlo al mittente.

Il rigore non dato alla Roma nel primo tempo era inesistente – dice il tecnico della Lazio -. Zaniolo era in fuorigioco. Leiva? Per me ha subito fallo, non è lui ad averlo fatto.

Sul ribaltamento di fronte arrivò la rete della Lazio e Mourinho ebbe un travaso di bile, protestando in maniera decisa contro arbitro e assistenti per non aver segnalato e sanzionato quell'infrazione.

Non c'era nemmeno il rigore nel secondo tempo – ha aggiunto Sarri – lo hanno visto solo l'arbitro e il Var. In questi due giorni non ho visto il contatto. E se contatto c'è stato, allora è Zaniolo che prende Akpa-Akpro.

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