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Roma bella e gagliarda, Mancini piega il Milan a San Siro nell’andata dei quarti di Europa League

La squadra di Daniele De Rossi capitalizza nel primo tempo la mole di gioco creata. L’approccio e l’interpretazione del match sorprendono i rossoneri, brivido nel finale con la traversa di Giroud. Al Meazza il primo round dei quarti finisce 0-1 con gol del difensore.
A cura di Maurizio De Santis
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La ‘capocciata' di Mancini e una manciata di buone occasioni fanno sì che la vittoria della Roma al Meazza contro il Milan sia anche stretta. Lo 0-1 nell'andata dei quarti di Europa League è meritato pienamente, lascia addirittura il rammarico per non aver trovato il colpo del possibile ko. E la traversa di Giroud nel finale è un brivido che corre lungo la schiena.

Semmai ce ne fosse stato bisogno, la squadra di Daniele De Rossi si conferma tutta un'altra cosa rispetto a quella di José Mourinho. È sicuramente più serena nell'animo, in fiducia, consapevole delle proprie qualità, compatta, capace di essere di lotta e di governo, di ordire le giocate con velocità e metterci grande intensità.

L'approccio lo dimostra: a San Siro contro il Milan detta il ritmo del match, sorprende la formazione di Pioli e legittima un buon inizio con la rete che arriva su colpo di testa del difensore (libero, libero di battere nel cuore della difesa rossonera su traversone da calcio d'angolo). Avvisaglie foriere di cattive notizie c'erano state pochi attimi prima, con Maignan costretto a uno straordinario colpo di reni per togliere dalla porta la deviazione di Gabbia su tiro di El Shaarawy.

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La reazione del ‘diavolo' è immediata, rabbiosa, veemente. Ma è niente più che una fiammata, perché non dà mai l'impressione di poter lasciare la propria impronta sulla gara. Lo farà, invece, Lukaku davvero provvidenziale: salva per due volte sulla linea di porta la conclusione di Giroud. È uno scontro tra colossi, il belga se lo aggiudica facendo valere tutta la propri stazza anche quando lì dietro c'è da far valere muscoli e centimetri. Ha qualcosa in più l'ex di Inter e Chelsea: abbastanza energie per farsi il campo tutto d'un fiato e farsi trovare (quasi) pronto, su capovolgimento di fronte, rispetto all'assist che il Faraone gli serve con precisione.

Manca l'impatto d'un soffio ma l'azione è lo specchio delle difficoltà del Milan che non riesce a uscire dal guscio se non in maniera occasionale, a fiammate. Non può né riesce, complice l'atteggiamento dei giallorossi, beneficiare del dinamismo di Leao, che gioca spalle alla porta. E a centrocampo soffre, tant'è che quando i capitolini superano la prima pressione hanno strada spianata verso la porta. È sempre l'ex El Shaarawy a creare grattacapi sulla destra: il cross teso davanti alla porta per Lukaku che viene smanacciato da Maignan in uscita bassa. Sbucano ovunque. È la sensazione che danno la pressione e le trame di gioco della Roma in moto perpetuo, con Spinazzola che affonda il colpo (anche) sulla corsia mancina (con tanti saluti a Calabria che non gli sta dietro), Dybala che fa un lavoro oscuro ma prezioso e il belga uomo-squadra.

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