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Roberto Mancini: “Calcio fermo? Peggio vedere la gente morire”

Il commissario tecnico della Nazionale, Roberto Mancini, ha commentato le voci sulla possibile ripresa di allenamenti e campionato. Il ct mette il calcio in secondo piano e rivolge la propria attenzione sul lato umano dell’emergenza da Coronavirus: “Mi fa molto effetto vedere quello che sta accadendo, le molte persone che vengono a mancare ai propri cari, è terribile quello che sta accadendo”.
A cura di Maurizio De Santis
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Il calcio italiano ragiona su quando riprendere l'attività agonistica. In piena emergenza Coronavirus – con un picco di contagi che in alcune zone del Paese è atteso tra fine marzo e inizio aprile – Lega Serie A e Federazione auspicano che maggio possa essere la data utile per tornare in campo e concludere la stagione. Il presidente dell'Assocalciatori, Damiano Tommasi, ha più volte chiarito che al momento non è possibile fare previsioni considerata l'evoluzione della situazione e la mappa dei contagi che ha incluso anche i calciatori.

Euro 2020 è stato differito dalla Uefa di un anno. La Fifa ha fatto lo stesso con la Copa America. In Italia (come anche in Spagna) i vertici hanno premura che a rimettere la palla al centro del campo. Roberto Mancini, commissario tecnico della Nazionale azzurra, così ha commentato quanto sta accadendo. Lo ha fatto nell'intervista ai microfoni di Rai Radio 1, nel corso della trasmissione Un giorno da Pecora.

Mi fa molto effetto vedere quello che sta accadendo – sono le parole del ct -, le molte persone che vengono a mancare ai propri cari, è terribile quello che sta accadendo. È terribile davvero. Il calcio fermo? Peggio vedere la gente morire.

Perché la Lega di Serie A vuol tornare in campo è chiaro: motivi economici legittimi spingono a concludere il campionato e le coppe. Ammesso che sarà così, la cosa non sarà certo indolore e gli stessi club dovranno fare i conti con ammanchi di cassa. Intanto, tutta l'attività agonistica è ferma e per ora ogni supposizione sulla ripresa resta tale, nel campo delle ipotesi.

Se si risolve questa situazione si può anche andare a giocare anche a giugno – ha aggiunto Mancini -. I giocatori avranno bisogno di allenamento prima di ricominciare a giocare. Poi se si recuperano le partite saranno veramente ravvicinate.

Ultima riflessione del ct dedicata alla possibilità che – d'intesa con l'Assocalciatori – le società attuino una riduzione degli ingaggi per contenere il contraccolpo economico della crisi. Mancini indica un'altra strada.

Se è impossibile ricominciare per i prossimi sei mesi allora il discorso cambia. Ma nel caso specifico, se davvero si riprende la questione è un'altra: i giocatori, invece fermarsi a metà maggio lo faranno a luglio. I mesi che non hanno giocato li recupereranno dopo.

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