Rinuncia ai Mondiali per tutelare la propria sanità mentale: Renard si scaglia contro il “sistema”
Shock nel calcio femminile internazionale. Con un messaggio sul suo profilo social Wendie Renard, bandiera e capitana della Francia ha annunciato che non parteciperà ai prossimi Mondiali. Una decisione non legata a motivi fisici, o anagrafici ma alla volontà di non voler dare il proprio contributo in queste condizioni ritenute "lontane dai requisiti di alto livello". Ma cosa ha voluto dire? Ecco la ricostruzione dei fatti e le possibili cause.
Wendie Thérèse Renard è un’icona del calcio femminile. La classe 1990 ha vissuto tutta la sua carriera con la maglia del Lione, con cui ha vinto tutto. Difensore e capitano sia dell’OL che della nazionale francese ha vinto 15 campionati francesi, 9 coppe di Francia, e 8 Champions League. Nessuno come lei, perno delle Blues, premiata anche nel 2019-2020 come miglior difensore del panorama internazionale.
Proprio per questo la sua scelta a pochi mesi dai Mondiali che si disputeranno in Australia e Nuova Zelanda è assolutamente sorprendente. Il suo messaggio per certi versi criptico è un vero e proprio pugno nello stomaco: "Ho difeso la maglia biancorossablu 142 volte con passione, rispetto, impegno e professionalità. Amo la Francia più di ogni altra cosa, non sono perfetto, tutt'altro, ma non posso più avallare il sistema attuale, lontano dai requisiti richiesti dal massimo livello".
La ragazza transalpina vuole tutelare la propria condizione psicofisica: "È un giorno triste ma necessario per preservare la mia sanità mentale. È con il cuore pesante che giungo a questo messaggio per informarvi della mia decisione di fare un passo indietro con la squadra francese. Sfortunatamente, non farò questa Coppa del Mondo in tali condizioni. La mia faccia può nascondere il dolore, ma il mio cuore fa male… e non voglio più soffrire. Grazie per il vostro supporto e rispetto per la mia decisione".
Ma cosa c'è dietro queste parole? Il riferimento secondo la stampa francese è alla mancata condivisione del progetto di gestione della nazionale francese che sta vivendo un momento particolare. Critiche per la selezionatrice Corinne Deacon in un momento in cui la Federazione deve fare i conti con la vicenda dello scandalo Noël Le Graët. Pur non nominando nessuno, la sensazione è che sia una risposta alle discutibili scelte dell'allenatrice, e in particolare sulle sue convocazioni (basti pensare che ha "dimenticato" diverse giocatrici del Lione nelle sue recenti liste).
D'altronde nei giorni scorsi Renard aveva sottolineato la mancanza di tempo per provare a sperimentare un nuovo sistema tattico per la Francia, mentre Deacon aveva parlato di tour de force, in tono ottimistico. Tornano attuali in questa situazione le parole dell'ex portiere titolare Sarah Bouhaddi, che nel 2020 ha criticato il "clima molto negativo" attorno a Deacon, ritenendo che fosse "impossibile vincere un titolo con questo allenatore".