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RedBird respinge le accuse: “L’idea che non possediamo l’AC Milan è assolutamente falsa”

RedBird respinge le accuse dopo la perquisizione della Guardia di Finanza a Casa Milan e l’iscrizione nel registro degli indagati di Gazidis e Furlani: “Possediamo il Milan al 99,93%, nessuna trattativa in corso”.
A cura di Vito Lamorte
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RedBird respinge le accuse dopo la perquisizione della Guardia di Finanza a Casa Milan e l'iscrizione nel registro degli indagati di Gazidis e Furlani. Un portavoce della società statunitense in una nota ha dato qualche spiegazione merito al passaggio di proprietà avvenuto nell'agosto del 2022 da Elliott al fondo americano presieduto da Gerry Cardinale: "RedBird Fund IV e i suoi sottoscrittori possiedono il 99,93% di AC Milan; il restante 0,07 è in mano a singoli azionisti italiani tifosi di lunga data del Club. L’idea che RedBird non possieda e non controlli l’AC Milan è assolutamente falsa ed è contraddetta da tutte le prove e i fatti, compresi quelli che presumibilmente sono alla base dell’indagine”. 

La nota prosegue così: “Quando abbiamo assunto il controllo del Club dopo il closing, Elliott ha fornito un prestito a RedBird con scadenza a tre anni e nessun diritto di voto. Il nostro obiettivo è riportare il Milan ai vertici della Serie A e del calcio europeo – tutto il resto toglie tempo al raggiungimento di questo obiettivo. Non sono in corso discussioni con alcun investitore che potrebbe esercitare un controllo sul Club. RedBird è il proprietario di controllo di AC Milan e tale rimarrà”.

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Intanto, secondo quanto riporta l’agenzia Ansa la Procura di Milano non ha ancora ricevuto alcuna istanza da parte della Procura della Figc allo scopo di avere a disposizione gli atti dell’inchiesta sulla cessione del Milan. In base a quanto emerge dai pm milanesi non appena arriverà una richiesta della Procura federale guidata da Giuseppe Chiné, gli inquirenti trasmetteranno almeno parte degli atti di indagine, tra cui quelli già notificati alle parti nell’inchiesta che ipotizza un ostacolo alle funzioni di vigilanza della Federcalcio.

Questi atti potrebbero servire in ottica intervento della giustizia sportiva. Cosa rischia il Milan dal punto di vista sportivo? Si va dalla penalizzazione all'ammenda. L’ipotesi di reato comporterebbe la violazione dell’art. 32 comma 5 del Codice di giustizia sportiva federale, alla quale potrebbe aggiungersi l'articolo 4 e – su un altro fronte – anche l'articolo 5 del regolamento Uefa. Partendo dall’articolo 32 del Codice Federale, cioè quello che disciplina i “doveri e divieti in materia di tesseramenti, trasferimenti, cessioni e controlli societari”, il Milan, nel caso in cui risultasse non aver adempiuto agli "obblighi di comunicazione e di deposito nei termini fissati dalle disposizioni federali in materia di controllo delle società professionistiche o di ammissione ai campionati professionistici o di rilascio delle licenze Figc” sarebbe punito, per ogni inadempimento, “con le sanzioni previste dalle medesime disposizioni federali ovvero, in mancanza, con quelle dell’ammenda o della penalizzazione di uno o più punti in classifica".

L’articolo 4 dispone invece l’obbligo per tutti i soggetti del mondo federale, dirigenti e società compresi, di osservare "i principi della lealtà, della correttezza e della probità in ogni rapporto comunque riferibile all'attività sportiva". In caso di violazione, come per l’articolo 32, si va verso ammenda e penalizzazione.

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