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Quella volta a casa di Gigi Simoni: “Con l’Inter ho toccato il cielo con un dito”

Nel 2017 Gigi Simoni ci aprì le porte della sua abitazione per una lunga chiacchierata sui suoi 60 anni nel mondo del calcio. Il sogno di un ragazzino, diventato realtà: “Facevo i miei piani a 13-14 anni, pensavo: ‘Se riuscissi a giocare nel Carpi, andare a giocare in queste squadre vicino casa mia o a fare l’allenatore’. Non avrei mai pensato di fare la carriera che ho fatto”.
A cura di Redazione Sport
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Dal 1955 al 2015. Gigi Simoni ha trascorso sessant'anni nel mondo del calcio. In tutti i ruoli, dal campo alla panchina, fino alla scrivania. Un traguardo che nel 2017 l'ex allenatore di Inter e Napoli, scomparso oggi all'età di 81 anni, scelse di celebrare con un libro: ‘Simoni si nasce. Tre vite per il calcio'. In quella circostanza aprì le porte della sua abitazione a Fanpage.it, per una lunga chiacchierata sul calcio e sulla sua carriera. Tra cimeli e simboli di un passato glorioso, Gigi Simoni ci raccontò il suo percorso sin dagli inizi.

"Ero contento – spiegò -, facevo i miei piani a Crevalcore, dove abitavo. Allora speravo, dicevo: ‘Se riuscissi a giocare nel Carpi, andare a giocare in queste squadre vicino casa mia o a fare l’allenatore'. Lo pensavo a 13–14 anni e non avrei mai pensato di fare la carriera che ho fatto".

Tante, tantissime le squadre allenate in giro per l'Italia. Con ottimi ricordi lasciati pressoché ovunque: "È stata una carriera molto piena la mia, che ha avuto soddisfazioni da tutte le parti. Con l’Inter ho toccato il cielo con un dito, si giocava ai massimi livelli, se vincevi con qualcosa passavi alla storia. Però ho vinto 11 campionati di Serie B, due di Serie C e uno quasi vinto con l’Inter. Quello rimane il ricordo più incisivo".

Simoni e il rigore su Ronaldo in Juventus-Inter 1998

Un ricordo agrodolce, quello dell'Inter 1997-98. Perché Simoni non ha mai smesso di pensare all'episodio clou di quella stagione, uno dei più controversi della storia del calcio italiano: il mancato rigore assegnato per il contatto Ronaldo-Iuliano nella sfida tra Juventus e Inter: "Solo per i tifosi della Juve non era rigore. Però non vai a pensare a tutto quello che è venuto fuori appunto con Calciopoli. È stato tanto bello quell’anno lì, ugualmente. Puoi recriminare su questo secondo posto, ma hai vinto la Coppa Uefa. Ci sono passato sopra nel tempo, riesco anche a essere sereno".

Ronaldo, il Fenomeno, merita un discorso a parte: "È stato un orgoglio, io penso, allenare il miglior giocatore della mia storia. E la mia storia è abbastanza lunga, ho iniziato nel 1955. Ronaldo aveva una velocità incredibile, una qualità tecnica nel fare le cose alla velocità con cui le faceva lui non l’ho mai vista in nessuno. È stata una bella esperienza".

Così come la parentesi a Napoli, breve ma intensa, lì dove il compianto tecnico ha lasciato un ottimo ricordo: "Come è attaccato il tifoso napoletano alla squadra, penso non ci sia nessuno. Se vado a Napoli, ogni tre persone uno mi saluta e mi fa festa. La gente mi ha sempre voluto bene". Non poteva essere altrimenti per Gigi Simoni, allenatore gentiluomo.

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