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Premier, Watford: dopo il rifiuto di Deeney anche altri giocatori non vogliono allenarsi

Il Watford, uno dei club più colpiti dal contagio di coronavirus, tornerà ad allenarsi nei prossimi giorni. I giocatori hanno chiesto una pausa dopo le nuove positività dagli ultimi tamponi e, soprattutto dopo le dichiarazioni di capitan Deeney che aveva detto di non tornare sul campo per non rischiare la sicurezza di suo figlio di 5 mesi.
A cura di Alessio Pediglieri
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Il Covid-19 sembra rimanere il primo avversario contro cui giocare la propria partita. In Inghilterra, in Premier, c'è un club che è stato maggiormente colpito rispetto ad altri, il Watford i cui risultati di martedì hanno evidenziato nuovi casi di positività con un giocatore e due membri dello staff contagiati. Scatterà il protocollo, ma la squadra ha già chiesto di non rientrare agli allenamenti anche se i nuovi positivi sono tutti in perfette condizioni di salute. Una situazione delicata, così come per le altre squadre di Premier dove diversi giocatori stanno manifestando il proprio disagio verso la ripartenza senza garanzie di sicurezza.

La Premier dovrebbe ripartire dalla seconda metà di giugno, gli allenamenti sono stati ‘sdoganati' dalle autorità governative e le squadre, seguendo il ‘Project Restart' possono scendere in campo per sedute collettive nel rispetto delle distanze e dei dispositivi di contenimento del contagio. Una situazione che non rassicura i calciatori, anche davanti ai continui casi di positività. Il rischio è alto, le garanzie minime e il malcontento serpeggia, come è dimostrazione la richiesta dei giocatori del Watford di differire di qualche giorno il ritorno al campo.

Ha destato molto scalpore la dichiarazione, nei giorni scorsi, del campiato degli Hornets,  Deeney, che ha ammesso di non sentirsi a proprio agio nel tornare ad allenarsi a causa del rischio di contagio avendo il suo primogenito, di soli 5 mesi,  con alcune difficoltà respiratorie. Così aveva annunciato la propria volontà di evitare di andare al centro per gli allenamenti, dovendo seguire procedure rigide che impongono, tra le altre cose, di no fare la doccia e tornare nelle proprie abitazioni con gli stessi indumenti utilizzati per l'allenamento: "Il rischio di contaminazione è altissimo, non voglio rischiare la salute di mio figlio.  

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