Pioli non dà le dimissioni e la Fiorentina è costretta a trattare: in ballo anche i soldi arabi

La Fiorentina è nel caos più assoluto, dopo l'ultimo sconfortante KO rimediato al Franchi contro il Lecce. Ultimo capitolo di una stagione che a inizio novembre appare già irrimediabilmente compromessa, con la squadra mesta penultima in classifica, senza vittorie dopo 10 giornate e contestata ferocemente dai tifosi che vogliono la testa di Stefano Pioli. Il tecnico, però, anche di fronte all'evidenza di una protesta oramai fuori controllo non ha alcuna intenzione di liberare il club dal proprio contratto, rifiutando l'ipotesi delle dimissioni. Una scelta che sta mettendo in seria difficoltà economica il club costretto alla trattativa per una buonuscita mentre sullo sfondo emergerebbero indiscrezioni sul contratto attuale con Pioli, che riguarderebbero parte degli emolumenti percepiti in Arabia. Il tutto sta anche dilatando i tempi per un eventuale passaggio di consegne in panchina, col club che vorrebbe chiudere subito e Pioli che ha ribadito la volontà di non dimettersi.
La posizione di Pioli, nessuna dimissione: "C'è un contratto, lo rispetto"
"C'è un contratto in essere e io lo rispetto". Questa la posizione di Stefano Pioli anche all'indomani dell'ultima clamorosa sconfitta al Franchi contro il Lecce in quella che doveva rappresentare la classica ultima spiaggia in cerca della svolta. Che non è arrivata e che per il tecnico non arriverà, visto che è intenzionato a restare dov'è, senza l'ipotesi dimissioni. Una situazione delicatissima per il Presidente Commisso che si ritrova ad affrontare la sua prima vera crisi da quando si è insediato nel club e che lo vedrà costretto a sedersi attorno ad un tavolo per imbastire una trattativa con Pioli alla ricerca di un compromesso, che avrebbe una sola via d'uscita nell'immediato: una buonuscita.
Stefano Pioli contestato ma non cede: cosa c'è nel contratto con la Fiorentina
La situazione è incandescente attorno a club, squadra e soprattutto allenatore indicato dai tifosi come il principale responsabile di quanto stia accadendo. Già nel corso del match contro il Lecce, si era alzato alto e ripetuto il coro oltre il sarcasmo, "salta la panchina" riferito al tecnico. Che anche a fine gara ha continuato a fare spallucce difendendo la sua attuale, legittima, posizione contrattuale: un accordo a 3,5 milioni di euro netti (5,5 lordi) firmato lo scorso luglio per un triennale con scadenza 2028. Un contratto che prevederebbe tra le varie clausole sottoscritte anche una riguardante il recente passato saudita di Pioli sulla panchina dell'Al Nassr.
Alcune indiscrezioni, rivelano infatti che alla firma con la Fiorentina, club e tecnico si sarebbero trovati a metà strada anche per un accordo fiscale per evitare l'intero pagamento delle imposte italiane sui redditi sauditi percepiti dal tecnico nel 2025, nel suo secondo mandato in panchina nella squadra di Cristiano Ronaldo. Così fosse, oltre agli emolumenti "ufficiali" ci sarebbero in ballo non pochi altri soldi che verrebbero a mancare di fronte a delle dimissioni.
L'ingaggio del 2025 in Arabia dietro al braccio di ferro Pioli-Fiorentina
In Arabia Saudita, Stefano Pioli arrivò nel luglio 2024, alla corte dell'Al Nassr che gli sottoscrisse un contratto triennale da 12 milioni l'anno per poi esonerarlo dopo soli 11 mesi. Ed è proprio quest'ultimo contratto a essere entrato in quello con la Fiorentina, ottenendo dalla società viola una clausola di "copertura" sugli ultimi sei mesi di stipendio, dalla tassazione italiana. Conti alla mano, così fosse, si parlerebbe di una cifra attorno ai 5 milioni, che Pioli dovrebbe interamente dichiarare di tasca propria.

Fiorentina e Pioli al faccia a faccia: possibile una buonuscita pur di cambiare
Un nodo non da poco, perché alla fine sembra proprio che alla base di restare fermo sulla propria posizione non ci sia la sola convinzione di poter cambiare le sorti sportive della squadra, ma una ragione economica. Che la Fiorentina sarà costretta suo malgrado, a lavorare ad una alternativa che, pe risolvere la situazione nell0immediato, avrebbe come soluzione unica una buonuscita. Che potrebbe concretizzarsi elargendo un solo anno di stipendio ulteriore a Pioli per averne le dimissioni. Intanto, la squadra e lo staff sono stati mandati in ritiro punitivo al Viola Park in vista della partita di Conference League contro il Mainz di giovedì sera.
La panchina della Fiorentina, allertato Galloppa dalla Primavera: i nomi del dopo Pioli
In parallelo, la società ha già preallertato l’allenatore della Primavera, Daniele Galloppa che potrebbe subentrare in corsa, attendendo la soluzione a lungo termine della società che è più complicata del previsto. L'addio di Daniele Pradé come ds, ha creato una falla nel sistema viola, che dovrà essere colmata prima dell'eventuale cambio di panchina. I nomi sono tanti e alcuni clamorosi, così come quelli che girano per il dopo Pioli, da Vanoli a Thiago Motta a Daniele De Rossi, passando dal clamoroso ritorno di Raffaele Palladino che in estate diede le dimissioni, osannato dal tifo gigliato. Ma anche lui rappresenterebbe una scelta costosa.