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Piero Ausilio: “Vi dico quando abbiamo capito che Pio Esposito era già un giocatore da Inter”

Piero Ausilio ha smentito categoricamente il suo addio all’Inter, dove in dirigenza è presente da oltre 20 anni e da più di 10 ai vertici. Rivelando le scelte che hanno portato a Chivu in panchina e a Pio Esposito in campo: “Grazie a loro siamo rimasti fedeli a noi stessi”
A cura di Alessio Pediglieri
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L'Inter sta provando a ritornare ai suoi massimi livelli sportivi, scrollandosi di dosso un 2025 agrodolce, in cui ha sfiorato le vette per poi precipitare nel vuoto. Tra voci e indiscrezioni che hanno coinvolto tutti: giocatori, staff tecnico, dirigenti. Tra questi anche Piero Ausilio, oramai dal lontano 1998 quando entrò nel club nerazzurro come segretario del settore giovanile per poi diventare ciò che è ora: Direttore sportivo e Responsabile dell'area tecnica. Rumor che lo hanno avvicinato alle sirene dorate d'Arabia, mentre è perfettamente radicato e inserito nel progetto interista che si è rinnovato con scelte forti e precise: "Non mi sono mai mosso da qui anche in passato. Oggi Chivu è tutto ciò che cercavamo  in panchina, e in campo vi spiego quando abbiamo capito che Pio era già da Inter".

Ausilio, no all'Arabia: "Sto bene qui, ho un contratto fino al 2027. Il progetto continua"

Vent'anni in dirigenza, da oltre dieci ai vertici, spalla a spalla con Beppe Marotta, oggi presidente nerazzurro. Piero Ausilio non ha mai lasciato il proprio posto e nemmeno questa volta lo farà, anche se sono risuonate potenti le sirene arabe, soprattutto all'indomani del trasferimento di Simone Inzaghi, sulla panchina dell'Al Hilal: "Già in passato ho ricevuto delle proposte economiche più che interessanti, ma sto bene dove sono. Qui ho un contratto fino al 2027, non mi sono mosso mai da qui prima, non lo faccio ora" ha spiegato in esclusiva al Corsport, aggiungendo una chiosa doverosa al suo ex tecnico: "Fino all'ultimo abbiamo provato a proseguire con Simone e speravamo non partisse. Poi abbiamo affrontato la situazione, ma solamente dal 1° giugno in poi".

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La scelta del nuovo tecnico: "Non potevo arrivare con un solo nome in alternativa a Simone"

Il riferimento è all'ultimo atto della scorsa stagione, la maledetta finale di Champions nell'umiliante 5-0 subito dal PSG. Notte dalla quale sono state fatte scelte pesanti: "Quando un allenatore lascia devi presentarti al club con una serie di alternative, non un semplice nome. Così abbiamo fatto i nostri sondaggi e tirato le nostre conclusioni: Fabregas, De Zerbi, Chivu. Oggi con Cristian in panchina abbiamo tutto ciò che la società cercava, è quello giusto, anche sul fronte tecnico. Ci ha permesso nuove soluzioni e di poter continuare sul progetto del 3-5-2″.

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Ausilio su Pio Esposito: "In 15 giorni abbiamo capito che era quello giusto per l'Inter"

Un discorso che si lega a doppio filo alla presenza in nerazzurro di colui che oggi è sulla bocca di tutti, Francesco Pio Esposito, rientrato in casa madre dalla porta principale e mai più uscito. Anzi, la sua figura nell'attacco interista – corroborata anche dall'ottimo viatico in Nazionale maggiore – sta dando frutti che Ausilio sapeva perfettamente sarebbero arrivati: "In estate cercavamo una punta centrale, ne abbiamo seguiti diversi, anche Hojlund oggi al Napoli. Non Neymar: una cazz*ata la diceria che ci venne proposto, mai sentiti i suoi procuratori. Invece su Pio vi racconto come è andata".

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Aggiunge Ausilio: "E' stato nei quindici giorni del Mondiale per club il momento in cui abbiamo capito che faceva al caso nostro, aveva forza fisica e la giusta voglia di arrivare. Da quel momento in poi, con Bonny vice Thuram ed Esposito alternativo a Lautaro, abbiamo fatto la scelta e la loro crescita ci ha permesso di restare fedeli a noi stessi".

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