Il precedente tra l’arbitro Del Cerro Grande e la Juve che spiega la rabbia di Cristiano Ronaldo

Le proteste di Cristiano Ronaldo arrivano sui titoli di coda della partita giocata e persa dalla Juventus con il Porto. La sconfitta (2-1) nell'andata della semifinale di Champions non compromette la qualificazione ai quarti (la rete di Chiesa lascia ancora opportunità da sfruttare nel ritorno a Torino) ma solleva ancora una volta perplessità sullo spessore dei bianconeri e sulla reale portata delle loro ambizioni. Ad alimentare rimpianti c'è anche l'episodio da moviola che ha fatto molto discutere: la mancata concessione del calcio di rigore per fallo commesso da Zaidu su CR7 in pieno recupero (94°).
La dinamica dell'azione mostra come un eventuale decisione penalizzante per i portoghesi (penalty assegnato agli ospiti) sarebbe stata giusta. Anzi, lo stesso direttore di gara spiegherà nel post partita – come riferito da Andrea Pirlo – di non essersela sentita di fischiare il tiro dal dischetto in quella fase del match.

Cosa non lo ha convinto pienamente, considerato che il contatto è apparso netto? Le risposte sono due, una di queste va ricercata nell'interpretazione dei contrasti in area che dà il direttore di gara spagnolo, Carlos del Cerro Grande. Nel primo caso – tesi avanzata da Antonio Cassano durante la Bobo TV – può aver ritenuto che il movimento della gamba sinistra di CR7 fosse già accentuato rispetto al tempo dell'impatto. In buona sostanza, ha ritenuto quel movimento al limite della ‘furbata'. Nel secondo, invece, bisogna tornare indietro di un paio di anni, all'incontro di Coppa contro l'Ajax, ecco cosa accadde allora.

Il precedente del rigore con concesso contro l'Ajax
Protagonisti dell'azione contestata furono il difensore dei ‘Lancieri', Tagliafico, e il centrocampista della Juve, Bentancur. Il calciatore bianconero è in piena area, all'altezza del dischetto. L'avversario poggia la mano sinistra sulla spalla destra ma senza tirare la maglia o effettuare una trattenuta evidente e tale da giustificare ostacolo/caduta dell'uruguagio. L'arbitro dal Cerro Grande lo ritenne un semplice contatto di gioco (decisione suffragata anche da Var) ma nulla che fosse stato commesso "negligenza, imprudenza o vigoria sproporzionata".