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Perché Pioli non è stato ancora esonerato anche se la Fiorentina si ritrova clamorosamente ultima

Tra la Fiorentina e Pioli è finita ma finora la reticenza del tecnico ad accettare la rescissione consensuale obbliga il club all’esonero. La questione è meramente economica: la somma proposta dal club non soddisfa l’allenatore.
A cura di Maurizio De Santis
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La Fiorentina è ultima in classifica eppure Stefano Pioli è ancora al suo posto. Perché non è stato esonerato? Lo sarà entro la giornata odierna, quando arriverà la comunicazione ufficiale da parte del club che avrebbe preferito evitare il licenziamento e arrivare a una separazione consensuale. Il motivo? Non avere a libro paga un allenatore che ha un contratto fino al 2028 e guadagna uno stipendio che, tra parte fissa e bonus, supera i 3 milioni di euro. Nemmeno in via transattiva è stato possibile trovare una soluzione che accontentasse tutti: questione di soldi, tanti soldi, ai quali il tecnico non intende rinunciare e che la società vorrebbe risparmiare. Una situazione ingarbugliata, che rende più complesso e travagliato il momento della Viola partita con ben altri programmi e adesso con l'acqua alla gola. Bere o affogare, non c'è alternativa dinanzi alla ferma reticenza di Pioli nel rassegnare le dimissioni accettando una buonuscita che, in base a quanto propostogli, non ha ritenuto finora soddisfacente. Ecco perché, nonostante le difficoltà e l'urgenza di porre rimedio, la dirigenza ha faticato a ordire la formula per la separazione.

Il braccio di ferro tra Pioli e la Fiorentina: è una questione economica

Il tira e molla tra Pioli e la Fiorentina è iniziato da tempo ma è domenica scorsa, dopo la sconfitta clamorosa al Franchi contro il Lecce (risultato che ha spinto i toscani all'ultimo posto), che il filo s'è spezzato in maniera irreparabile. Dopo l'addio del direttore sportivo Pradé, il cambio in panchina è l'ultimo atto della rivoluzione che scuota la Viola dalle fondamenta ma scalzare l'allenatore si è rivelato compito arduo. Da un lato c'è la società che, per l'evidenza dei risultati molto negativi rispetto agli investimenti fatti e alle aspettative, attendeva da parte dell'ex milanista un'assunzione di responsabilità e, di conseguenza, la scelta della dimissioni. Dall'altro c'è Pioli irremovibile: se hanno deciso di non continuare più con me, che siano loro a mandarmi via.

È questa la posizione del tecnico che non accetta rese incondizionate e non è stato disposto – almeno finora – a prendere in considerazione l'ipotesi della rescissione consensuale perché la somma offerta per togliere il disturbo è inadeguata. Secondo indiscrezioni, la Fiorentina sarebbe stata disposta a corrispondere 3 milioni netti, coprendo così l'ingaggio di tutta questa stagione. E sarebbe stato il male minore rispetto ai 9 milioni netti (18 lordi) previsti dalla intera durata del contratto. Il no dell'allenatore ha protratto lo stallo e messo la Fiorentina spalle al muro: non c'è altra strada rispetto all'esonero.

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Chi sarà il prossimo tecnico dei viola: D'Aversa favorito su Vanoli

Strada tracciata, il licenziamento è solo questione di tempo e di formule che si devono incastrare. Tra Pioli e la Fiorentina è finita, chi arriverà al suo posto? L'ipotesi di un incarico ad intermin al tecnico della Primavera, Galloppa, è stato accantonato. Possibile che giovedì sera a Mainz, per il match di Conference League, ci sia il nuovo tecnico alla guida della squadra. I nomi in ballo sono D'Aversa (nella foto sopra) e Vanoli, con il primo che sembra favorito. Palladino tornerebbe volentieri ma la volontà della società è differente. Quanto alla figura del direttore sportivo la pista certa è quella della promozione interna di Roberto Goretti o Vittorio Angeloni.

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