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Perché Neres ha sempre gli occhi quasi chiusi come se fosse stanco, cos’è la ptosi palpebrale

Gli “occhi pigri” del calciatore brasiliano del Napoli non sono indice di sguardo spento o di espressione sorniona volontaria. Ma ci vede bene in campo? Sì, la patologia congenita non ne inficia la vita quotidiana né l’attività sportiva agonistica ad alto livello.
A cura di Maurizio De Santis
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Perché David Neres sembra avere lo sguardo spento anche quando sorride o addirittura esulta dopo un gol? Quegli occhi socchiusi non sono un espressione sorniona volontaria, non sono pigri né la riprova del carattere impassibile del calciatore, né sintomo di stanchezza o di apparente disinteresse. Il calciatore del Napoli ha la ptosi palpebrale, una disfunzione neurologica congenita che provoca l'abbassamento della palpebra superiore fin dalla nascita (come spiegano studi approfonditi raccolti in Clinical presentation and management of congenital ptosis, pubblicati sulla rivista Clinical Ophthalmology) e lo spinge ad avere, in alcune situazioni, anche una particolare postura del capo. Un difetto persistente che non è solo di tipo estetico e può essere superato se trattato clinicamente ma non impedisce al brasiliano di avere una vita normale e, soprattutto, non costituiscono un limite al suo campo visivo o impedimento all'attività di sportivo agonista.

Cos'è la ptosi palpebrale a causa della quale Neres ha gli occhi socchiusi

La medicina spiega che la causa dell'anomalia (l'abbassamento di una o entrambe le palpebre superiori, come nel caso del brasiliano) è riconducibile a uno sviluppo incompleto del muscolo elevatore che non ha la forza per "tenere su" bene la palpebra. Se la ptosi non copre la pupilla, la vista è perfetta e non c'è alcuna conseguenza per la persona che si trova in questa condizione.

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La domanda più comune: ma ci vede bene in campo?

La risposta alla domanda più comune che tutti si fanno "ma ci vede bene in campo?" è una sola: sì. Neres non ha alcun problema: ha l'asse visivo libero, non ha alcun deficit che ne inficia le prestazioni e può giocare anche ad alti livelli restando pienamente competitivo. Il suo cervello si è adattato automaticamente agevolando posizioni compensatorie automatiche: una su tutte, tenere il mento alto. Che sia in azione oppure impegnato in altri contesti, durante un match ma anche nella vita quotidiana, il brasiliano tende ad avere il mento leggermente sollevato ma l'acuità visiva resta intatta. In sintesi, il suo ‘sguardo basso' è solo una caratteristica anatomica.

Come si può superare il difetto congenito

Secondo le deduzioni descritte nella letteratura scientifica la possibilità di superare questo difetto congenito c'è. Per superare la ptosi palpebrale è possibile ricorrere a interventi chirurgici, ma l'operazione non è necessariamente raccomandata per tutti i pazienti che soffrono di questa malformazione.

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Solo quelli a rischio ambliopia (che comporta la riduzione più grave della capacità visiva di un occhio) hanno bisogno di una correzione chirurgica tempestiva – si legge ancora nello studio specialistico -, mentre in altri casi l'intervento può essere posticipato nel tempo. E, come nel caso del calciatore sudamericano del Napoli, se l'opzione chirurgica non è presa in considerazione è perché la persona si è perfettamente adotta alla condizione e non c'è alcuna emergenza funzionale da ritoccare ma solo un difetto estetico da aggiustare.

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