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Perché Folorunsho non è stato squalificato nonostante i beceri insulti sessisti a Hermoso

Nel comunicato del Giudice Sportivo il calciatore del Cagliari figura solo alla voce “ammoniti per comportamento scorretto”. Da regolamento è riuscito a evitare la stangata.
A cura di Maurizio De Santis
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Nel comunicato ufficiale del Giudice Sportivo il nome di Folorunsho compare solo alla voce "calciatori ammoniti per comportamento scorretto". Come prevedibile, non è stato squalificato nonostante il video divenuto virale a causa del suo labiale: ovvero, dei pesanti insulti sessisti rivolti a Hermoso durante Roma-Cagliari. Il centrocampista dei sardi si è anche scusato per il comportamento e per quelle espressioni irripetibili e sguaiate, sostenendo di aver reagito a un'offesa ricevuta, ma è apparso chiaro fin da subito che non sarebbe stato punito oltre il cartellino giallo ricevuto in campo. Né il direttore di gara né i suoi collaboratori hanno preso nota di quelle espressioni che gli sarebbero costate sicuramente un'espulsione e, messe a referto, anche un provvedimento molto duro. Né sarebbe stato possibile invocare la prova tv nei suoi confronti considerato che quella particolare situazione, per quanto possa sembrare paradossale, non rientra nella rosa dei casi punibili.

Cosa aveva detto Folorunsho e perché non poteva essere usata la prova tv

La sequenza delle immagini che ha fatto il giro dei social durava una decina di secondi. Quel lasso di tempo è stato sufficiente per interpretare in maniera molto chiara le frasi proferite dal calciatore del Cagliari. Cose del tipo: "Tua madre fa i b…, quella p… di tua madre, tua madre deve morire". Cose per le quali, però, non è stato possibile fare ricorso alla prova tv. Perché? Il regolamento non lo prevede. Può sembrare assurdo, ma è così. Il comma 3 dell'articolo 61 ne restringe l'applicazione "limitatamente ai fatti di condotta violenta o gravemente antisportiva o concernenti l’uso di espressione blasfema non visti dall’arbitro o dal VAR, con la conseguenza che l'arbitro non ha potuto prendere decisioni al riguardo". In buona sostanza si può essere puniti per una bestemmia acclarata ma non per una sequenza di offese, anche gravissime di quel tipo.

Perché il VAR non è intervenuto: cosa dice il regolamento

Possibile che il VAR non potesse intervenire? Da protocollo avrebbe anche potuto farlo, caldeggiando l'espulsione diretta per per "condotta violenta, mordere o sputare" o "agire in modo offensivo e/o ingiurioso", ma non ha agito – ed è stata dello stesso avviso la Procura Federale – perché non ne ha ravvisato gli estremi. In sintesi, le ingiurie di Folorunsho, per quanto riprovevoli, non rientrano nel ventaglio di quelle ritenute censurabili con provvedimenti disciplinari come indicato dall'articolo 28 del Codice di Giustizia Sportiva.

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"Costituisce comportamento discriminatorio – si legge – ogni condotta che, direttamente o indirettamente, comporta offesa, denigrazione o insulto per motivi di razza, colore, religione, lingua, sesso, nazionalità, origine anche etnica, condizione personale o sociale ovvero configura propaganda ideologica vietata dalla legge o comunque inneggiante a comportamenti discriminatori".

A cosa sarebbe andato incontro il calciatore del Cagliari qualora fosse stato ritenuto punibile? A una squalifica per almeno dieci giornate o, nei casi più gravi, a tempo determinato e con un'ammenda da un minimo di diecimila a una massimo di ventimila euro.

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