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Paratici ha cercato su Google: “Suarez passaporto italiano”. La chat Whatsapp

Emergono nuovi particolari sul caso dell’esame farsa di Luis Suarez. In uno scambio di messaggi con l’avvocato di Suarez, l’uomo mercato della Juventus chiede se l’attaccante uruguaiano ha il passaporto comunitario. Paratici sosteneva, dopo aver cercato su Google, che Suarez fosse comunitario.
A cura di Alessio Morra
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Dell'esame farsa di Luis Suarez se ne parla da quattro mesi e cioè da quando la Procura di Perugia ha aperto l'indagine, che nel frattempo è andata avanti. Suarez nel mese di dicembre ha fatto anche la sua deposizione e ha confessato, dicendo, con l'aiuto di un'interprete, che conosceva in anticipo le domande dell'esame d'italiano che ha svolto lo scorso 17 settembre. Intanto sono spuntati fuori degli screenshot delle conversazioni tra l'uomo mercato della Juventus Fabio Paratici e l'avvocato del calciatore Ivan Zaldua. In questi conversazioni si nota come il dirigente juventino chieda se Suarez ha il passaporto italiano.

Lo scambio di messaggi tra Paratici e l'avvocato di Suarez

"Una domanda per essere sicuro: Luis ha anche il passaporto comunitario?". Questo scrive Paratici in un messaggio a Zaldua, che dopo molte ore risponde con un secco no. Suarez il passaporto comunitario non ce l'ha. Il dirigente juventino però pensava non fosse così e gli scrive di nuovo dicendo che lui aveva controllato su alcuni siti internet specializzati nel calciomercato che invece davano il bomber comunitario.

Paratici nell'interrogatorio dello scorso 11 novembre ha confermato questo dicendo anche che la Juventus era sul punto di acquistare il calciatore: "L’interlocuzione consentì di raggiungere un accordo del valore di circa 7,5 milioni di euro netti, comprensivi di un bonus di 1,5 milioni, compresi bonus più difficili da raggiungere fino a un totale di 10 milioni di euro. Noi eravamo convinti, perché questo dicevano i siti specializzati che il calciatore avesse cittadinanza comunitaria e in particolare italiana in quanto aveva moglie e figli italiani ed era in Europa da 11 anni".

Nell'inchiesta sull'esame farsa di Luis Suarez è finito anche un terzo dirigente juventino, o meglio un ex. Perché Maurizio Lombardo, che è stato il segretario generale del club dal 2011 al 2020 ed era l'uomo che si occupava di contratti, documenti e regolamenti, è stato citato nei verbali dei testimoni e degli indagati ascoltati dalla procura di Perugia, ed era stato sentito già due volte dai p.m. che lavorano sul caso. Lombardo non è indagato e il verbale del suo interrogatorio è ancora secretato.

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