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Papu Gomez si sfoga: “Chi prende cocaina hai sei mesi di squalifica, a me due anni per uno sciroppo”

Il Papu sta finendo di scontare una squalifica di due anni. A ottobre tornerà a giocare, lo farà con il Padova. Il calciatore argentino in un’intervista ha parlato della sua sanzione e dei momenti successivi alla squalifica.
A cura di Alessio Morra
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Il Papu Gomez si avvia verso i 37 anni, ha vinto i Mondiali nel 2022 con l'Argentina, ma non molla. Ora è un calciatore del Padova, che lo ha ingaggiato durante l'estate. Dal 18 ottobre avrà la possibilità di tornare a giocare a calcio da professionista, quel giorno scadrà la sua squalifica, di due anni. Una squalifica per doping che non ha mai accettato e che tutt'ora lo porta a polemizzare. In un'intervista rilasciata ha usato parole durissime l'ex centrocampista dell'Atalanta.

Due anni di squalifica per il Papu Gomez

Dopo essere rientrato in Italia il Papu Gomez nell'autunno di due anni fa è stato squalificato per doping. Una delle parole più pesanti nel mondo dello sport. Alla fine uno sciroppo gli è costato carissimo: due anni di stop. La legge è legge e va rispettata. Appelli inutili. Ora sta per tornare a giocare ma quella vicenda lo ha segnato e la disparità di certe sanzioni lo fanno ancora soffrire.

"Se prendi cocaina o fumi hai sei mesi"

Parlando al canale YouTube Julian Polo, nel format il Visitante, l'attaccante ha ripercorso anche la vicenda relativa alla squalifica ha usato parole precise e nette: "Se prendi cocaina o ti fumi una canna ti becchi sei mesi. Io ho preso due anni per aver preso lo sciroppo per la tosse di mio figlio. Chi se lo mette in testa? Ero davvero arrabbiato, davvero furioso. All'inizio ho avuto difficoltà a guardare il calcio; ho spento la televisione. Per me, il calcio era morto. Mi sono isolato e ho iniziato a lavorare con uno psicologo perché era un circolo vizioso da cui non riuscivo a uscire".

Papu Gomez racconta il tormento vissuto

Bandiera dell'Atalanta, vincitore dell'Europa League con il Siviglia, comprensibilmente, visse con grande difficoltà i primi momenti della sospensione, tramutatasi poi in una lunghissima squalifica: "I primi mesi sono stati duri perché non capivo perché stesse succedendo proprio a me, all'apice della mia carriera, dopo aver vinto un Mondiale . Ma la vita a volte ti riserva queste sorprese e questi colpi. Mi ha spinto ad andare avanti, tipo, ‘Perché devono ritirarmi dal calcio in questo modo se non voglio e non è il mio momento?' Perché due o tre persone in giacca e cravatta, che non hanno mai fatto sport, dovrebbero decidere quando dovrei ritirarmi?".

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