Paparesta e la vera storia di Reggina-Juve: “Moggi mi rovinò per fare il gradasso con una donna”

Dopo 21 anni Gianluca Paparesta torna su uno degli episodi più controversi della sua carriera che in realtà è tutto frutto di una bufala. L'ex arbitro ha parlato di quando, dopo un Reggina-Juventus giocato nel 2004, Luciano Moggi lo avrebbe chiuso negli spogliatoi a seguito di un arbitraggio che aveva scatenato polemiche in casa bianconera. Un fatto gravissimo, venuto fuori dalle intercettazioni del caso Calciopoli, ma che in realtà non sarebbe mai avvenuto secondo la ricostruzione dei protagonisti.
Al podcast DoppioPasso il fischietto di Bari ha raccontato come sono andate davvero le cose e perché uno degli scandali maggiori di casa nostra sia stata pura invenzione: "Vallo a spiegare che Moggi ha ricevuto la telefonata di una donna e per fare il gradasso dice una cosa del genere. È una cosa fastidiosa, anche per il prosieguo della carriera". Paparesta non è mai stato chiuso nello spogliatoio e quella storia ha condizionato la sua carriera: "Ho parlato con Moggi, gli ho detto che mi ha rovinato la carriera, ma che vuoi fare. Era una cosa talmente clamorosa che è stata ripresa in tutto il mondo. Non c'è stato nessun capo d'accusa per quel tipo di azione perché non c'è stata, ma ormai era entrato nell'immaginario collettivo".

Paparesta racconta come sono andate davvero le cose con Moggi
La leggenda metropolitana perdura ancora oggi, nonostante siano passati oltre 20 anni e siano arrivate tante smentite. Paparesta ha raccontato come sono andati davvero i fatti dopo quel controverso Reggina-Juve e di come quella storia lo abbia colto di sorpresa: "L'episodio di Reggio Calabria purtroppo ha caratterizzato la mia carriera che si è fermata su quella vicenda. Scoppia lo scandalo di Calciopoli, la partita era stata fatta due anni prima, viene fuori questa notizia nell'indagine che un arbitro è stato vittima di sequestro di persona durante una partita. Io ero tra quelli con più autorevolezza nel gruppo ero curioso di capire chi fosse, parlavo con gli altri, ma dopo un paio di giorni venne fuori che quella partita era Reggina-Juventus e che quell'arbitro ero io. Per me era una cosa nuova, non era successa".
L'ex arbitro ricorda che in quella partita aveva commesso diversi errori a sfavore dei bianconeri che clamorosamente avevano perso la partita per 1-0. La Juve era riuscita anche a segnare nel finale ma lui aveva annullato la rete per fuorigioco Era l'epoca in cui il VAR non esisteva e non era possibile rivedere le azioni: "C'era stata una partita dove la Juve aveva avuto diverse occasioni per lamentarsi della mia direzione, avevo fatto poco prima Parma-Juve dove avevano perso la Coppa Italia e non ero proprio graditissimo. In più in quella partita avevo avuto delle decisioni, come il rigore clamoroso non dato alla Juve che non avevo visto perché ero coperto e il guardialinee mi ha detto che non c'era nulla. La cosa particolare è stata che all'ultimo minuto, con la Juve che perdeva, ci fu un'azione in cui in una mischia vedo un tocco in fuorigioco e la Juve segna. L'assistente alza la bandiera e la abbassa immediatamente, caos totale, per me era fuorigioco. Vado dall'assistente e mi dice che non lo sa, era confuso".

L'incontro negli spogliatoi
Dopo la sconfitta Moggi era realmente andato a protestare negli spogliatoi, ma in una circostanza diversa da quella che poi è stata raccontata. "Non c'era il VAR, annullo il gol e fischio la fine, la Juve perde e lì è venuto fuori il caos perché nello spogliatoio vennero davvero Moggi e Giraudo a lamentarsi. ‘È una vergogna ogni volta che arbitri tu', però è successo anche altre volte, cerchi di gestirla". Non era accaduto niente, se non le solite liti che si vedono dopo partite controverse ma è qui che nasce la storia che ricordiamo ancora oggi, del tutto inventata.
Paparesta racconta che solo dalle indagini di Calciopoli scopre della bufala raccontata da Moggi in una telefonata con una donna: "Fatto sta che poi ho scoperto dalle indagini dopo due anni che il telefono di Moggi era intercettato. Ha ricevuto una telefonata in aeroporto quando stavano ripartendo di una donna a lui vicina che gli dice ‘Tu dici che conosci gli arbitri e comandi tutto, ma questo qui oggi non ti ha dato il rigore'. Lui dice ‘Sì hai ragione ma oggi mi sono vendicato, l'ho chiuso negli spogliatoi, hanno dovuto sfondare la porta, ho buttato le chiavi' cosa completamente falsa, c'è l'intercettazione quindi lo ha detto davvero. Io sono stato chiamato dai carabinieri perché la tesi che avrebbe portato all'arresto era quella del sequestro, ma non c'era mai stato".