Nicola Loiodice: “Giorni di insulti, mi chiamavano mercenario. Ma io volevo vincere la Kings League”

Nel calcio di provincia, dove i campi hanno l’odore dell’erba bagnata e delle storie vere, c’è un nome che da anni mette d’accordo dirigenti, tifosi e addetti ai lavori: Nicola Loiodice. Leader silenzioso e talento cristallino, ha illuminato la Serie D con la naturalezza di chi gioca per istinto, prima diventando uomo-promozione nei suoi club e oggi protagonista in una dimensione totalmente nuova come la Kings League.
Dalla Puglia ai Caesar FC, dagli stadi pieni allo streaming su Twitch, dal calcio a 11 al ‘dado': Loiodice a Fanpage.it racconta la sua storia e continua a riscrivere i propri confini.
Nicola, partiamo dall’attualità: com’è andato il primo allenamento col Taranto?
"Bene, bene! È un’ottima squadra, hanno un ritmo incredibile. L’allenatore lo conoscevo già, mi piacciono squadre così, con questa intensità".
Il livello dell’Eccellenza pugliese è sempre alto, ma tu vieni da categorie superiori. Che impressione ti ha fatto il progetto?
"È un progetto clamoroso. Non sono mai stato scettico. La società è seria, l’azienda è vicino a casa mia: hanno ambizioni vere".
Gli ultimi dieci giorni di Nico Loiodice sono stati complicati: cambio squadra e vittoria in Kings League con i Caesar. Com’è stata a livello umano più che sportivo?
"Giorni di alti e bassi. Si è chiuso il capitolo col Fasano, dove mi hanno messo fuori rosa, e sono andato a Milano ad allenarmi. Ho sentito di tutto: insulti, gente che parla, ‘mercenario'… ma io sono forte mentalmente, non mi toccano. Avevo un obiettivo: vincere la Kings League italiana con i Caesar. E l’ho fatto".
Avete fatto un ottimo torneo, che si è chiuso con una meritata vittoria. La squadra è molto diversa dall’anno scorso, dove avevate avuto non pochi problemi…
"Quest’anno c’è più personalità, in tutti i reparti. L’anno scorso mancava un po’ di qualità ed esperienza. Ora abbiamo gente che sa giocare, la differenza si vede".
Aveva iniziato con gli Stallions di Blur e poi è passato ai Caesar: cosa l’ha convinta del progetto di Damiano Er Faina ed Enerix?
"All’inizio mi chiamò Francesco Marzano, mi diedero l’opportunità di fare la Kings ed era già importante. Poi Antonio (Picci, ndr), che è come un fratello per me, lasciò gli Underdogs per andare ai Caesar e mi chiese di raggiungerlo. L’ho fatto per lui. Poi ho conosciuto Damiano ed Enerix: persone spettacolari, sempre presenti. Ho avuto altre offerte, ma sono rimasto per loro, per il gruppo".
Lei hai fatto sia Goa7 League che Kings League. In quale torneo si è divertito di più?
"La Goa7 era bella, ma la Kings è un’altra cosa: l’arena, le luci, i suoni… è spettacolare. Mi piace tanto".
E rispetto al calcio ‘vero'?
"Il calcio a undici è la mia vita. Però la Kings League mi ha preso molto, esalta le mie caratteristiche".
Lei è considerato uno dei giocatori più forti della Serie D. Come vive questa etichetta?
"Non ci penso. Io voglio divertirmi e fare quello che so fare. Regalare emozioni alla gente e a chi mi viene a vedere, grandi e piccoli. Non soffro la pressione, mai. Gioco tranquillo".
In carriera Nico Loiodice ha spesso trascinato le sue squadre alla promozione. Come si diventa ‘uomo dei momenti che contano'?
"Non sento la pressione, anzi: quando il gioco si fa duro mi esalto. Mi piacciono le piazze calde, ti danno forza, diventare leader mi viene naturale".
Perché abbiamo più visto poco Nicola Loiodice in Serie C?
"La Serie C l’ho fatta da giovane: 38-39 partite ad Andria. Poi, da ragazzo, ho avuto occasioni ma ho sbagliato. Non volevo allontanarmi da Bari, dagli amici, dalla famiglia. Sono maturato tardi. L’anno scorso potevo restare a Casarano, ma ormai avevo anche il progetto Kings. Errori? Sì. Ma fa parte del percorso".

Guardando indietro, al ragazzino che sognava da Bari, che cosa diresti a quel Nicola che correva dietro a un pallone senza immaginare tutto questo?
"Mi hai messo in difficoltà… gli direi che sono contento di quello che ha fatto Nicola Loiodice. Ho costruito tutto da solo. Acqua, pioggia, vento, treni, pullman… non ho mai avuto nessuno che mi spingesse. Solo io, con le mie gambe".
Loiodice ha ancora un sogno calcistico che non hai realizzato, un traguardo che la fa svegliare con la voglia di spingere più forte?
"Voglio diventare il giocatore che ha vinto di più in Serie D. È dura, perché ci sono amici che hanno vinto tanto… ma io ho fame. Tantissima".