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Neymar mette un punto alla carriera: “In Qatar il mio ultimo Mondiale col Brasile”

L’annuncio di O Ney arriva come un fulmine a ciel sereno e lascia stupefatti. Cosa succede al funambolo carioca? Perché ha preso questa decisione? Come sta?
A cura di Maurizio De Santis
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Il Mondiale in Qatar sarà lo spartiacque della carriera di Neymar. L'ultimo con la maglia del Brasile. Dentro o fuori, proverà a lasciare un segno in calce a quella Coppa che ha visto solo da lontano. Nel 2014 rischiò per un gravissimo infortunio alla schiena dopo un contrasto con Zuniga e poi mandò giù il boccone amarissimo delle sette reti incassate contro la Germania in casa. Quattro anni più tardi la Seleçao uscì ai quarti eliminata dalla generazione terribile del Belgio. La Coppa nei Paesi Arabi può essere dolcissima oppure lasciarli altro veleno sul fondo. O la va o la spacca.

L'annuncio di O Ney arriva come un fulmine a ciel sereno e lascia stupefatti. Cosa succede al funambolo carioca? Perché ha preso questa decisione? Come sta? L'attaccante del Paris Saint-Germain si confessa nell'intervista a cuore aperto a corredo del documentario realizzato da DAZN sulla vita e le imprese sportive del calciatore sudamericano. Nel 2026 avrà 34 anni e pensare adesso di porsi un traguardo così lontano nel tempo è come affacciarsi da una falesia e guardare in basso, tra vertigini e capogiro.

Non so se avrò ancora la forza mentale per affrontare un altro Mondiale dopo il Qatar – ha ammesso Neymar -. Ecco perché farò tutto il possibile per arrivare nelle migliori condizioni alla Coppa e vincere con il Brasile. Voglio realizzare quel sogno che ho fin da bambino. Spero di farcela.

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Spero di farcela: una porta socchiusa con uno spiraglio. Non è detto che lascerà definitivamente la maglia verde-oro nel cassetto, che per ogni brasiliano è una seconda pelle, ma ci sta pensando. Ed è molto più di un'ipotesi quella sta maturando dentro di sé. Non adesso, non ancora: tra club e nazionale ha molto da dare Neymar, soprattutto al fianco di Messi l'amico/nemico argentino che dal Barça al Psg gli ha fatto ombra e al tempo stesso lo ha aiutato a esaltarsi. Il suo idolo è un calciatore che accanto alla Pulce ha giocato.

Ronaldinho era un mago del pallone – ha aggiunto Neymar -. Faceva cose che ti lasciavano a bocca aperta… come stile di gioco siamo molto simili. Anche a me piace partire largo per convergere verso il centro, cercando di dribblare molto. E poi c'è Zico. Un grande… non ha vinto un Mondiale ma la sua esperienza ha lasciato un segno.

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