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Olimpiadi Tokyo 2020

“Nessuna violazione”: le calciatrici alle Olimpiadi di Tokyo 2020 in ginocchio contro il razzismo

Il presidente del CIO, Thomas Bach, ha chiarito che le manifestazioni di di adesione e di sostegno al movimento Black Lives Matter da parte degli atleti prima delle gare non violano la Regola 50 della Carta Olimpica. Ieri, prima del fischio d’inizio del torneo femminile, le calciatrici si sono inginocchiate per dare il loro sostegno alle lotte per i diritti e contro le discriminazioni.
A cura di Vito Lamorte
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La cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Tokyo 2020 sarà domani ma alcuni tornei sono già iniziati nelle scorse ore. Softball e calcio femminili sono stati protagonista del pre-start dei Giochi ma non è mancato l'ormai scontato dibattito in merito alle manifestazioni di adesione e di sostegno al movimento Black Lives Matter prima degli incontri. A differenza di quanto accaduto nel corso di EURO 2020, dove abbiamo assistito ad una discussione alquanto surreale soprattutto nel nostro paese, prima del loro esordio diverse nazionali hanno posato il loro ginocchio sul manto erboso per esprimere la loro solidarietà. Sia nella prima della partita, giocata a Sapporo tra Inghilterra e Cile che in quella di Tokyo tra Svezia e Stati Uniti, le calciatrici prima del fischio d'inizio si sono inginocchiate per dare il loro sostegno alle lotte per i diritti e contro le discriminazioni, razziali e non.

Alcuni avranno catalogato già l'accaduto con il sarcastico "Adesso lo fanno tutti, non vale più"? È possibile farlo o va contro qualche regola della Carta Olimpica? Ci sono stati commenti di tutti i tipi fin da subito, e non solo da noi, ma non si tratta di un fatto che rientra nelle abitudini delle manifestazioni olimpiche perché fa riferimento alla decisione del CIO si rendere più elastica la Regola 50 della Carta Olimpica che autorizza manifestazioni di dissenso da parte degli atleti in certi luoghi dei Giochi: "Nessun tipo di dimostrazione o propaganda politica, religiosa o razziale è consentita in qualsiasi sito, sede o altre aree olimpiche". 

A confermare che non si sono violazioni o irregolarità è lo stesso presidente del CIO, Thomas Bach, che ha evitato discussioni e ha subito chiarito la situazione: "Inginocchiarsi è permesso e non viola la regola 50". Nel corso dei Giochi Olimpici vedremo più volte replicato il gesto di sostegno al movimento che si batte per i diritti e contro la discriminazione razziale dal 2013 e ha esteso la sua popolarità negli ultimi 12 mesi dopo la morte di George Floyd a Minneapolis.

Da rilevare, però, che il CIO e gli organizzatori di Tokyo 2020 hanno vietato alle delegazioni di pubblicare sui social media le foto di atleti che si inginocchiano prima delle loro performance: a riportare la notizia è il giornale inglese The Guardian, che ha appreso questa notizia da un insider. Il messaggio è stato riportato nella giornata di martedì, alla vigilia della partenza del torneo femminile. Il gesto è stato visibile in diretta ma non vi è traccia sul live ufficiale di Tokyo 2020, o sulle sue pagine social dei Giochi; o sui canali del CIO.

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