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Mourinho vede fantasmi sulla Serie A dopo certi episodi: “Non posso dire perché, devo proteggermi”

José Mourinho non ha digerito l’episodio del calcio di rigore concesso al Venezia, nell’ultimo match perso dalla sua Roma. Il tecnico, come accaduto anche nelle giornate precedenti, ha scelto di tutelarsi senza dire quello che realmente pensa per non andare incontro ad una squalifica. Le sue parole gettano ombre sulla Serie A.
A cura di Marco Beltrami
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José Mourinho si autocensura e preferisce non parlare della decisione dell'arbitro sull'assegnazione del calcio di rigore del momentaneo pareggio del Venezia contro la sua Roma Ancora una volta il tecnico ha sottolineato alla sua maniera quello che a suo dire è stato un episodio fondamentale nella sconfitta dei suoi. Alcune situazioni restano un mistero dunque per il lusitano, quasi come quello relativo all'incapacità della Roma di finalizzare le tantissime occasioni create. Per questo Mou preferisce non parlare sperando che un giorno tutto magari possa essere più chiaro, per quella che nelle sue intenzioni è probabilmente una disparità di giudizio da parte dei direttori di gara.

Ha riconosciuto i gravi errori commessi in occasione del primo e del terzo gol subito dalla sua Roma, e lo scarso cinismo dei suoi José Mourinho che si è soffermato poi sul rigore del 2-2. Una mazzata a suo dire per la sua squadra che ha accusato il colpo proprio nel momento in cui sembrava aver messo sui binari giusti il match. Mou ha seguito la linea delle uscite precedenti, scegliendo di non affondare il colpo: "Il secondo gol del Venezia? Mi devo proteggere e rimanere con le mie sensazioni per non esprimere quello che sta succedendo. Episodi arbitrali? Secondo voi.. potevo parlare di giocatori che dovevano prendere secondo giallo per falli tattici. Piccoli dettagli, posso anche dire che abbiamo avuto tante possibilità per il 3-1, ma la realtà è che sul 2-1 sotto controllo, quello che è successo per me… non voglio dire niente più. Preferisco dire solo che… era un momento molto importante della partita".

Per poter capire meglio certe situazioni dunque Mourinho aspetta tempi migliori. Un riferimento nemmeno troppo velato magari a quanto accaduto negli anni scorsi con lo scandalo Calciopoli. L'allenatore portoghese della Roma si è fatto un'idea su quella che a suo dire è una disparità di trattamento degli arbitri, ma preferisce non parlarne: "Quando settimana dopo settimana gli episodi si accumulano e tu cerchi di paragonare le situazioni simili e inizi a pensare che… è meglio stare zitti… Certo che mi sono chiesto il perché, ma preferisco non dirlo. Magari un giorno capirò, alcune cose nascoste si capiscono solo negli anni".

Tornando alla valutazione della prestazione della Roma, Mourinho crede ancora nell'obiettivo quarto posto. L'allenatore però non può fare a meno di sottolineare le difficoltà legate ad una rosa non completa, per quello che è stato definito come un mercato estivo sicuramente "reattivo", ma non finalizzato a rinforzare una squadra "non più forte di quella della scorsa stagione". Per questo ecco il paragone con Inter e Milan: "Abbiamo perso giocatori d'esperienza e di rosa. Oggi avevo due terzini in panchina, Reynolds e Tripi con poca espesienza. Bruno Peres e Juan Jesus sarebbero stati utili. Il mercato è stato reattivo. Il portiere è nato da una mia richiesta, lo stesso sul terzino sinistro e Abraham. Ma gli altri sono tutti dell'anno scorso. Per me, allenatore con tre anni di tempo qui, questa può essere una stagione che fa dolore nel cuore e nell'anima, ma è importante per capire cose che prima non avrei potuto fare.  Oggi avevamo fatto una partita sufficiente per vincere, ma abbiamo avuto difficoltà. Karsdorp era infortunato e con un cartellino giallo, eppure non poteva uscire. Guarda: se Darmian infortunato entra Dumfries, se Kjaer infortunato entra Romagnoli". 

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