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Milan-Ibrahimovic, prendere o lasciare: l’offerta c’è ma il bilancio viene prima di tutto

Per il rinnovo del contratto il Milan ha proposto a Zlatan Ibrahimovic uno stipendio da 6 milioni netti a stagione con in aggiunta una serie di premi dilazionati nel tempo così da raggiungere nel complesso la cifra richiesta dallo svedese (7 milioni). Oltre non è ragionevole spingersi, considetate le necessità di bilancio. Il raduno si avvicina, lui è volato in Svezia dopo le vacanze in Sardegna.
A cura di Maurizio De Santis
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La situazione tra il Milan e Zlatan Ibrahimovic è la seguente: per rinnovare il contratto lo svedese ha chiesto uno stipendio di 7 milioni netti a stagione (oltre a 500 mila euro di bonus per la eventuale Champions). E, nonostante l'importanza di un calciatore del suo rango ma in età avanzata, viene in mente ciò che Rangnick ha detto molto candidamente: "Io non punterei su un giocatore di 38 anni". Un giocatore di 38 anni al quale non è bastata finora la proposta di 5 milioni netti che il club aveva messo a budget per la sua conferma.

Né l'attaccante né il suo procuratore – Mino Raiola – hanno gradito un'offerta del genere restando fermi sulle loro posizioni. Il dubbio che il manager del Lipsia abbia ragione diventa insistente: possibile che s'investano tante risorse per una pedina che, di fatto, è un fardello a bilancio, con la quale si tratta sul filo del milione e ha un orizzonte limitato dal punto di vista sportivo? Lo si fa per una questione di brand? C'è una precisa strategia alle spalle? E soprattutto: il gioco vale la candela? Evidentemente, sì a giudicare dalla diplomazia al lavoro da tempo che ha portato a riformulare i termini sui quali innestare l'intesa: ingaggio da 6 milioni netti da implementare non con i bonus (che sarebbero una condizione sospensiva) ma con una sorta di "premi dilazionati nel tempo" così da raggiungere nel complesso la cifra richiesta da Ibra (7 milioni). Lui, nel frattempo, è tornato in Svezia dopo le vacanze in Sardegna. E da lì attenderà il segnale.

Prendere o lasciare, è questa l'unica strada che al momento si può percorrere per continuare un percorso comune. L'alternativa è dirsi addio senza troppi rimpianti e con la certezza di aver fatto il possibile per raggiungere un accordo. Oltre non è ragionevole spingersi non solo per una ragione di età ma anche per la questione del fairplay finanziario e dei conti a bilancio da risanare con  quel -100 di "rosso" che è una priorità rispetto a tutto. Anche rispetto a Ibra.

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