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Mastour trova un’altra porta chiusa, l’ex compagno al Milan racconta: “Ci ha messo del suo”

Hachim Mastour sembrava ad un passo dal Foggia, invece se n’è tornato a casa dopo la bocciatura di Zeman. Un suo ex compagno nelle giovanili del Milan racconta cosa accadeva in allenamento.
A cura di Paolo Fiorenza
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Qualche giorno fa sembrava fatta per il ritorno di Hachim Mastour nel calcio professionistico, dopo mesi di disoccupazione seguiti alla risoluzione del contratto con la Reggina nella scorsa estate. Il 23enne fantasista, nato a Reggio Emilia da genitori marocchini, aveva trascorso il semestre precedente in prestito al Carpi in Serie C, scendendo in campo 10 volte e mettendo a segno un gol. Poi da lì il vuoto, per un ragazzo che era stato dipinto quasi 10 anni prima come uno dei nuovi fenomeni del calcio mondiale.

Hachim Mastour in maglia Milan nel 2015
Hachim Mastour in maglia Milan nel 2015

La luce pareva essere tornata nella carriera di Mastour a fine gennaio, quando l'ex enfant prodige del Milan – che Galliani aveva strappato all'Inter in un infuocato derby di mercato nel 2012, quando aveva 14 anni – era stato visto sugli spalti dello stadio Zaccheria in occasione del match che il Foggia aveva perso in casa contro il Latina e poi si era presentato due giorni dopo per allenarsi con la squadra pugliese. Sembrava che mancasse solo l'annuncio per vederlo con la maglia dei satanelli ed invece da quel momento è calato nuovamente l'oblio su Mastour, che se n'è tornato a casa senza contratto.

Sulla vicenda è pesato sicuramente il parere del tecnico Zeman, che a precisa domanda sul probabile arrivo di Mastour aveva dato una risposta tombale: "Da piccolo sapeva giocare, era tecnicamente bravo, ma da grande non ha mai visto la palla". E poiché il boemo, che pareva ad un passo dall'addio nel caos susseguente alla sconfitta col Latina, è invece rimasto in sella ed ha anche rinnovato il proprio contratto (peraltro inanellando da allora due sconfitte e due pareggi), ecco che la porta si è chiusa nuovamente davanti ad Hicham.

Il ragazzo non si dà comunque per vinto, del resto l'età è ancora dalla sua parte, e su Instagram ha postato un messaggio di una sola parola su sfondo nero: "Pazienza". Mastour compirà 24 anni a giugno e ha davanti a sé ancora la possibilità di dimostrare che quelle giocate funamboliche fatte da giovanissimo possono avere un posto nel palcoscenico professionistico, magari non in Serie A, ma almeno nelle due categorie inferiori, dove sembra davvero assurdo che non ci sia nessuno disposto a dargli fiducia. Intanto lui continua ad allenarsi, come documentato sui social, per farsi trovare pronto in caso di chiamata.

Cosa non ha funzionato al Milan, dove Mastour non ha mai giocato una partita ufficiale in prima squadra, lo racconta ora un suo ex compagno nelle giovanili rossonere nel 2014/15, Alessandro Mastalli, di due anni più grande, che oggi gioca nell'Avellino in Serie C: "Dal punto di vista della tecnica pura è uno dei più forti che abbia mai visto, quando eravamo in convitto vicino al Vismara faceva numeri pazzeschi anche con una pallina da tennis, nel corridoio dove avevamo le camere. Le doti le aveva, ma il suo problema è stato soprattutto mentale, è stato gestito male da chi gli era intorno e non ha saputo convivere con le troppe aspettative".

L'ex compagno di Mastour spiega che l'atteggiamento del ragazzo non lo ha aiutato all'epoca: "Poi ci ha messo anche del suo – racconta Mastalli alla Gazzetta dello Sport – in allenamento faceva giocate del tutto fini a se stesse, un palleggio di troppo, tunnel o palleggi su cui perdeva spesso palla. In quel gruppo c'erano Essien e Muntari, gente che entrava duro anche mentre si faceva il torello. Logico che i grandi non l'avevano preso in simpatia, per loro era il fenomeno un po' montato. Però sarebbe sbagliato ora darlo per finito: è un ragazzo di 23 anni che una nuova carriera può ancora inventarsela".

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