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Marotta avverte tutti: “L’Inter non molla, non è deciso nulla. Depressi? No, siamo inca**ati”

L’amministratore delegato nerazzurro non cede alle critiche dopo il ko di Bologna e conferma Inzaghi: “Fatta una scelta di prospettiva, sarà uno dei migliori in assoluto”
A cura di Alessio Pediglieri
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Beppe Marotta non ci sta e nemmeno a 24 ore dalla dura e dolorosa sconfitta di Bologna, l'ad nerazzurro rilancia la sfida al Milan e a tutti coloro che nelle ultime ore hanno dato per finiti giocatori, club e allenatore nella lotta per lo scudetto. Il match-point per l'Inter è saltato, in testa è rimasto il Milan che nelle prossime quattro partite sarà padrone del proprio destino con due punti di vantaggio e gli scontri diretti a proprio vantaggio. Ma per il club interista tutto resta aperto: "Abbiamo perso una battaglia, non la guerra".

Finché ci sarà speranza, dunque, l'Inter ci sarà. Un messaggio chiaro lanciato dalla pancia di San Siro, a margine di un evento che ha visto coinvolto anche il presidente della Juventus Andrea Agnelli che dal canto suo ha toccato altri temi a lui più cari e vicini come la fiducia al progetto legato a Max Allegri e la necessità delle riforme nel calcio internazionale passando ancora una volta dalla Superlega. Per Marotta, invece, è l'attualità a farla da padrone, con il popolo interista che si sta leccando le ferite per lo sciagurato intervento maldestro di Radu, capace di gettare in pochi secondi un'intera stagione.

Il fotogramma 'maledetto': Radu liscia il pallone, il Bologna vincerà 2-1
Il fotogramma ‘maledetto': Radu liscia il pallone, il Bologna vincerà 2-1

Mancano quattro partite, ci sono due punti da recuperare ma soprattutto c'è un Milan che non ha alcuna intenzione di cedere il passo. Tutti elementi che porterebbero alla rassegna delle armi e a penare di chiudere nel miglior modo possibile, godendosi il titolo della Supercoppa e la prossima finale di Coppa Italia. "Non è più un campionato e un calcio stile anni '70 quando certi risultati erano scontati" ricorda però Marotta: "Questo è uno dei campionati più interessanti degli ultimi anni. La scorsa stagione si chiuse in largo anticipo, oggi vediamo che cosa accadrà, nulla è chiuso. A Bologna abbiamo perso una battaglia, non la guerra e alla fine speriamo ci siano ancora delle ciliegine…"

Una battaglia che potrebbe avere ripercussioni soprattutto dal punto di vista psicologico non indifferente, anche se ciò che si è visto al Dall'Ara da parte del gruppo nei confronti del proprio portiere, è stato un momento tutt'altro che scontato: "Oggi siamo con un sorriso amaro sul volto, ma non siamo depressi. Siamo incazzati" tuona Marotta "il livellamento è altissimo, tutto in equilibrio e comunque finirà Simone Inzaghi resterà con noi. Lo abbiamo scelto perché è un tecnico di livello e di prospettiva e quando avrà l'età di Ancelotti o Allegri diventerà uno dei migliori in assoluto".

Infine, i pensieri corrono altrove. Mentre Marotta parla arrivano le notizie sulle condizioni gravissime di Mino Raiola, il ‘re' dei procuratori con cui in tante occasioni si è ritrovato a collaborare ma anche a discutere, se non a litigare. "A Mino mi lega un rapporto di amicizia che si è basata negli anni anche su diversi scontri che abbiamo avuto. Un agente preparato, scaltro, molto corretto, è il migliore in circolazione. Ha sempre avuto una precisa caratteristica, cioè di saper dire in faccia ciò che pensa, su tutto. Anche quando si parla di pretese economiche, sempre esose, ma chiare. Mi auguro possa stare bene"

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