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Marco Rossi: “In Italia mi hanno chiesto soldi per allenare. Non ho mai guadagnato cifre folli”

Marco Rossi racconta il passaggio in Ungheria: “Mi ha dato la possibilità di lavorare, dopo essere stato cacciato dalla Cavese ho passato un anno e mezzo da incubo”
A cura di Ada Cotugno
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Marco Rossi ha già scritto la storia alla guida dell'Ungheria ma spera di raggiungere l'ultimo tassello che completerebbe la sua carriera: dopo 40 anni di assenza potrebbe portare la nazionale ai Mondiali, un sogno che accarezza con discrezione mentre si gode il grande percorso che gli ha regalato una svolta inaspettata. In Italia la sua carriera non decollava, poi la decisione di cambiare Paese e le opportunità che gli hanno cambiato la vita portandolo alla guida di una squadra forte dove ha lanciato molti talenti.

Intervistato dalla Gazzetta dello Sport il commissario tecnico ha raccontato il percorso che lo ha portato in Ungheria dopo le vicissitudini italiane che gli hanno causato non poche difficoltà. Dopo la carriera da giocatore ha faticato a restare nell'ambiente calcio, ma alla fine si è tolto la soddisfazione arrivando a guidare una delle nazionali più interessanti d'Europa.

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La vita di Marco Rossi in Ungheria

Per una serie di coincidenze si è ritrovato lontano dall'Italia, in una lega che non fa parte delle più forti al mondo. Eppure in Ungheria Rossi è riuscito a costruire una carriera di tutto rispetto arrivando con successo fino alla panchina della nazionale: "Mi ha dato la possibilità di lavorare, l'Italia no. Magari anche per responsabilità mia: non ho mai saputo vendermi. Con la Cavese avevo vissuto una stagione assurda, i tifosi fecero pressioni sul presidente per cacciarmi. Da lì ho passato un anno e mezzo da incubo". 

Prima del grande salto ha provato a bussare alla porta di qualche squadra italiana, ma alcuni gli hanno addirittura chiesto soldi per allenare: "Una volta per guidare una squadra di Serie C toscana, un'altra in Basilicata. Gli ho detto che non faccio l'allenatore per hobby. Da calciatore non ho mai guadagnato cifre folli. Alla Samp giravo con una Lancia. Non ho sperperato i soldi, ma da gennaio 2011 a giugno 2012, è stata dura".

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