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Maldini ci mette la faccia: “Con l’Inter non c’è stata gara”. E spiega il futuro del Milan

In questa stagione il Milan ha perso tutti i confronti con l’Inter: in campionato, nei trofei nazionali e in Europa. Maldini usa tre concetti chiave per riassumere il senso del cammino fatto finora.
A cura di Maurizio De Santis
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Paolo Maldini riflette sulla stagione del Milan e sulle difficoltà incontrate con l'Inter.
Paolo Maldini riflette sulla stagione del Milan e sulle difficoltà incontrate con l'Inter.

Quattro derby persi nell'arco di una stessa stagione, per giunta senza segnare gol. Gli ultimi due fanno anche più male: 2-0 e 1-0, 3 tre sberle che hanno ricacciato all'indietro i sogni di gloria e la grandeur milanista che in Champions è di casa. A sfrattare il ‘diavolo' è stata l'Inter che alla squadra di Pioli ha lasciato nulla tanto nel doppio confronto quanto nel bilancio degli scontri tra campionato e trofei nazionali.

Il Milan è uscito malissimo dalla finale di Supercoppa italiana (3-0), in Serie A è finito ko con identico risultato (1-0), in Europa s'è giocato tutto in un quarto d'ora. È quello iniziale nella sfida di andata: l'uno-due micidiale incassato ha di fatto indirizzato la semifinale, alimentando quella mote di rimpianti ingigantita anche dall'infortunio di Leao.

L'analisi dell'ex calciatore, oggi dirigente, ruota intorno alla parola "percorso".
L'analisi dell'ex calciatore, oggi dirigente, ruota intorno alla parola "percorso".

Paolo Maldini non cerca attenuanti, non si aggrappa a scuse di alcun tipo. È uomo di campo, certe situazioni le ha vissute in prima persona. La lettura della doppia semifinale non è relativa solo a martedì sera ma si inserisce in un discorso più ampio. Il 100% delle sfide perse contro i nerazzurri è percentuale che fa riflettere (oltre che provocare mal di stomaco).

"Il divario è reale – ha ammesso nelle interviste del dopo gara l'ex difensore del Milan e della Nazionale -. nelle ultime 4 partite non c'è stata gara. Nel ritorno è stata giocata un pochino meglio… ma comunque compromessa da quella dell'andata. È una maniera quella dell'Inter di giocare che ci dà fastidio e non riusciamo a trovare contromisure. poi è anche verso che abbiamo fatto fatica anche contro squadre meno forti dell'Inter nell'ultimo periodo".

La delusione sul volto del dirigente milanista per l'ennesimo derby perso, questa volta più doloroso.
La delusione sul volto del dirigente milanista per l'ennesimo derby perso, questa volta più doloroso.

Percorso. È la parola chiave che Maldini utilizza per raccontare cosa è stato il cammino del Milan finora. E anche in questo caso il ragionamento ha uno sguardo al passato e uno al futuro.

"Il percorso non è finito – ha aggiunto -. Abbiamo il dovere di provare a qualificarci tra le prime quattro, aspettando poi cosa succederà alla Juventus. Certo che se incontri l'Inter la cosa brucia e fa sembrare tutto meno bello. Per noi essere arrivati in semifinale è stata una grandissima cosa, anche inaspettata".

L'amarezza dei calciatori del Milan dopo l'eliminazione dalla Champions.
L'amarezza dei calciatori del Milan dopo l'eliminazione dalla Champions.

Inaspettata, altra parola chiave. Maldini la usa per completare il mosaico della riflessione che esprime con assoluta chiarezza. Come a dire: è stato bello sognare poi il ritorno alla realtà ti mette di fronte all'evidenza delle cose. Che possono cambiare in meglio nel rispetto dei programmi e di quel piano di crescita che può essere solo graduale alla luce degli investimenti e della linea adottata per la (ri)costruzione del progetto Milan condivisa con la proprietà.

"Non siamo strutturati ancora per competere su due competizioni, lo abbiamo detto allo stampa e ai nostri proprietari, lo sanno benissimo… De Ketelaere è un esempio – ha aggiunto a Sky -. Sarebbe stato molto più facile e molto meno oneroso per noi andare su Dybala. Ma non sarebbe stato giusto per la nostra idea di calcio e di investimenti che è costruire una squadra giovane. E prendere dei giovani comporta rischi (altro concetto chiave nel discorso, ndr). Così è stato per Tonali al primo anno e per Charles in questo".

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