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Luis Enrique ha messo la faccia sulla “cacciata” di Donnarumma ma il PSG ha voluto chiarire chi comanda

Per la prima volta nella storia del calcio, il migliore in un ruolo nel suo prime viene messo fuori. Luis Enrique si è meritato il peso di queste scelte agevolate da ordini dall’alto.
A cura di Jvan Sica
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Nel calcio contemporaneo  tutto è davvero possibile. Siamo cambiati moltissimo anche noi tifosi, spesso più felici che la nostra squadra del cuore faccia una plusvalenza secca che compri un campione. Aveva ragione Maurizio Sarri quando qualche anno fa diceva che al bar oggi non si parla più dei desideri di mercato ma di quanti soldi restano in cassa (ma questo è un altro, orribile, discorso). Eppure in un contesto in cui le regole basilari anche del desiderio calcistico sono venute meno, mai avremmo immaginato che Donnarumma venisse fatto fuori dal PSG.

Donnarumma non è un portiere qualsiasi, è uno dei pochi portieri al mondo (una mano con tutte le sue dita è anche troppo per contarli) che fa partire la propria squadra con un gol di vantaggio. Non perché segna un gol a partita evidentemente, ma perché riesce a togliere dalla porta almeno un pallone a partita che il 99% degli altri portieri non riuscirebbe a togliere. Si parte virtualmente dall'1-0 con Gigio fra i pali.
Possiamo quindi dire, senza nemmeno la paura di smentita sui social, che è uno dei migliori portieri al mondo, ma c’è di più. Questa stagione per Donnarumma è stata davvero sensazionale. Le partite letteralmente decise dalle sue parate in Champions League sono state tante e hanno portato il PSG a vincere la tanto agognata Coppa.

Se guardassimo in modo onesto la corsa al Pallone d'Oro, al netto dell’impegno e della nuova dimensione di Dembélé, della grazia elettrica di Vitinha e João Neves, della furia sublime di Kvara, il premio per il miglior calciatore dell’anno dovrebbe andare al portiere italiano, troppo decisivo nel torneo più importante di tutti.

Stiamo parlando quindi del prime della carriera di quello che è senza tanti giri di parole il migliore nel proprio ruolo, oltretutto con almeno altri dieci anni di carriera di alto livello di fronte. E partendo da questo assunto, difficilmente contestabile, si può anche affermare che per la prima volta nella storia del calcio un allenatore decide di estromettere dalla sua squadra un prospetto del genere. Questa è la verità e la novità.

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Prendendosi con un'uscita pubblica tutte le responsabilità di questa scelta, Luis Enrique dimostra il suo carattere e apre però nuovi scenari. Dimostra che per diventare un allenatore capace di creare una squadra meravigliosa bisogna fare anche scelte coraggiose, guardare dove gli altri non guardano. Quello che ha fatto emergere nelle sue dichiarazioni riguarda la sua volontà di non avere il miglior portiere al mondo, ma di avere il miglior portiere per la sua squadra e le due cose non stanno sempre insieme.

Ovviamente si parla di ordini dall’alto, di contratti non rinnovati per prendere la società col cravattino, di rimbalzi senza senso di stipendio (anche se è gente che se lo può permettere), di contrasti con il grande capo. Si dicono queste cose e sono di sicuro in parte vere, ma la realtà dei fatti a cui attenerci è quella pubblica dell’allenatore, il quale ha scelto di non volere più Donnarumma nella sua squadra.

Cosa bisogna pensare adesso di un allenatore che, per la prima volta nella storia del calcio, decide che il giocatore migliore in un determinato ruolo, nel suo prime e a 26 anni, non vada bene per il club? Questa è una situazione in cui nessuno si è mai trovato e solo uno come Luis Enrique poteva scegliere di trovarsi. L’allenatore spagnolo si è meritato sul campo la possibilità di fare scelte del genere e ha la scorza per reggerle e così caricare ancora di più la squadra.

Con questa decisione ha completamente in mano il pallino di un club fino a pochi mesi fa ingestibile, una sorta di giocattolo sempre rotto con i calciatori che sembravano indifferenti a qualsiasi vittoria o disfatta. Oggi Luis Enrique domina uno dei club più importanti e ricchi al mondo e può davvero arrivare dove nessuno è mai arrivato, almeno per più e più volte. Detto questo, quello che Donnarumma gli dava, Luis Enrique non l'ha più e capire come andranno le cose, per i due personaggi della storia, sarà molto interessante.

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