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Lucas Torreira a Fanpage: “Voglio restare alla Fiorentina, mi sono sentito amato da tutti”

Autore di una stagione strepitosa alla Fiorentina, Lucas Torreira parla a Fanpage.it delle emozioni provate al ritorno in Italia, dove spera di poter continuare a giocare anche l’anno prossimo.
A cura di Antonio Moschella
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Impegnato con la nazionale dell'Uruguay per una serie di amichevoli di preparazione al mondiale di Qatar 2022, Lucas Torreira ha sempre un occhio puntato verso l'Italia, il suo paese europeo d'adozione, dove spera di tornare la prossima stagione. Il regista charrúa, la cui ultima stagione con la Fiorentina lo ha visto registrare il record personale di gol, si confida a Fanpage.it per fare un riepilogo dell'annata appena conclusa e  finire con una rapida battuta sul suo immediato futuro, che lui si augura sia tinto ancora di viola.

In Uruguay la nazionale è la squadra di tutti, e ognuno di voi sente moltissimo la maglia della Celeste. Ti senti già proiettato verso il mondiale?
"Lo sono da quando abbiamo perso contro il Portogallo in Russia!" (ride). "Poi va ricordato che il cammino delle eliminatorie per qualificarsi è stato impervio, e abbiamo rischiato di rimanere fuori. Eppure, in nessun momento ho pensato che saremmo rimasti fuori dal mondiale. Siamo  stati bravi a non mollare e abbiamo vinto quattro partite di seguito, cambiando la dinamica delle cose e riuscendo a imporre la nostra qualità. Per non parlare della motivazione che mi ha dato l'ultima stagione alla Fiorentina. Già sento che, nel caso in cui sarò convocato per questo torneo, per me sarà un'opportunità strepitosa. Inoltre potrò giocare il mio secondo mondiale, con maggiore esperienza rispetto alla prima volta in Russia".

Ormai sono quasi nove anni che, tra andate e ritorni, sei in Italia. Cosa ti piace di più del tuo paese d'adozione?
"Senza dubbio la qualità della vita. La gente, che è gentilissima, la stessa lingua che si parla. Ogni volta che viaggio e posso percorrere diverse regioni e città vedo la similitudine dei centri città, con l'architettura che risale a tempo fa. Mi sento come nel passato, come se non fosse cambiato nulla. E non parliamo del cibo…".

Torreira in nazionale contro Messi
Torreira in nazionale contro Messi

Qual è il tuo piatto preferito?
"Uh, devo ammettere che mi piace quasi tutto. Quando arrivai in Italia mangiavo poche cose, praticamente nessun tipo di verdura, non mi piacevano neanche il prosciutto e la mozzarella. Poi mi sono adattato, ma credo che alla fine il mio piatto preferito sia la carbonara".

Niente a che vedere con l'Inghilterra, dove hai vissuto durante il tuo anno all'Arsenal…
(Ride). "Totalmente distinto, sia per quanto riguarda la cucina sia nell'aspetto sportivo. In Inghilterra, però, sono avanti per il prodotto calcistico che offrono. Per me il miglior calcio si gioca in Premier League. Lo dico perché ho avuto la possibilità di giocare in Italia, Spagna e Inghilterra, e in Premier il ritmo è molto più intenso, è un calcio fatto di molti strappi, di andirivieni, è più spettacolare. Ed è molto più bello da vedere per la gente che va allo stadio o lo vede in TV".

L'Italia, però, è nel tuo destino. Arrivasti nel 2014, a Pescara, insieme ad altri quattro tuoi giovani compatrioti. E sei stato l'unico a restare. Una questione di motivazione superiore agli altri?
"Che bella epoca quella di Pescara! Sono molto grato alla gente che mi aiutò in quella tappa della mia vita, e ringrazio il calcio per avermi fatto approdare in quel club. Sono arrivato giovanissimo in una città piccola ma con una passione molto forte per il calcio. Una piazza molto calda, come direbbero in Italia. Feci il mio debutto in prima squadra nel campionato di Serie B contro il Varese e ricordo che realizzammo una bella stagione che si fermò solo alla finale dei playoff promozione, dove perdemmo contro il Bologna nonostante due pareggi, perché loro erano finiti più in alto in classifica. Da quel momento in poi sono diventato titolare e sono cresciuto molto insieme alla squadra".

L'esultanza di Torreira dopo il gol al Venezia
L'esultanza di Torreira dopo il gol al Venezia

Poi, arrivò la promozione.
"Avevamo una grandissima rosa. In quel caso riuscimmo a vincere i playoff e a ottenere la promozione in Serie A. Tra i compagni di squadra c'era Lapadula, che mi sorprese molto per la sua capacità di segnare tanti gol. Durante quella stagione, inoltre, vivemmo un periodo di nove partite senza vittorie, ma da quella difficoltà ne venimmo fuori con carattere, e personalmente ne uscii molto fortificato. Durante quell'esperienza per me fu importante anche l'aiuto dell'argentino Hugo Campagnaro, che dall'alto della sua esperienza mi diede molti consigli e mi fu molto vicino dentro e fuori dal campo".

La tua miglior versione si è vista proprio in Italia.
"È qui che sono maturato, è qui che gioco nel mio ruolo naturale. Devo dire grazie alla Fiorentina per aver creduto in me a inizio stagione. Lavorare con un tecnico come Italiano mi ha fatto crescere ancora".

Come giudichi la stagione appena conclusasi della tua Fiorentina?
"Come un'annata molto positiva, nonostante il mancato accesso all'Europa League. È anche vero che visto quanto accaduto nelle ultime partite possiamo pensare che avremmo meritato qualcosa in più, ma alla fine quando perdi vuol dire che non hai fatto tutto quello che potevi. Anche nelle partite che non siamo riusciti a vincere va considerata una cosa: nel calcio giocano anche i rivali e bisogna accettare che in alcuni casi possano essere superiori a te".

In viola hai realizzato il tuo record di gol, ben cinque, in una stagione. Merito tuo o del tuo allenatore, Vincenzo Italiano?
"Molto merito va dato al mister, che mi ha fatto sentire importante per la squadra. Personalmente mi sono sentito molto amato da compagni e tifosi, ed è vero che quando hai fiducia nei tuoi mezzi e senti il favore dell'ambiente tutto va per il meglio. Tutte queste condizioni mi hanno aiutato a rendere al top e a registrare il mio record di gol in una stagione".

Quale dei gol segnati quest'anno ti ha lasciato il segno più degli altri?
(Dubita e riflette). "Credo che sono stati tutti bruttini (ride). Forse il più bello è stato quello segnato all'Inter a Milano, quando  mi infilati tra Barella e D'Ambrosio su cross di Nico Gonzalez, segnando come fossi un centravanti. È quello il più speciale perché è stato il primo fuori casa, e soprattutto per averlo fatto a San Siro, la Scala del calcio, e ovviamente per la forza del rivale, quell'Inter che era campione in carica. È stato un gol importante, con un gran significato".

Cosa ci puoi dire del tuo futuro immediato?
"La mia intenzione è di restare alla Fiorentina. Ma bisognerà che il club trovi un accordo con l'Arsenal. Io a Firenze sto benissimo. In Italia sto benissimo".

Si ringrazia per la collaborazione Enzo Olivera.

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