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L’Inter batte l’Atalanta con un gran gol di Darmian: in semifinale di Coppa Italia sfida Lazio o Juve

I nerazzurri vincono la sfida dei quarti di finale a San Siro (1-0) e attendono la vincente di Lazio-Juventus per il doppio confronto in semifinale in programma ad aprile. Tra le note stonate della serata c’è Lukaku: apparso un pesce fuor d’acqua, insofferente verso i compagni per come gli servono la palla, l’ombra di se stesso.
A cura di Maurizio De Santis
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L'Inter batte l'Atalanta (1-0) con un grande gol di Darmian nella ripresa e si qualifica per la semifinale di Coppa Italia. La squadra di Inzaghi adesso attende la vincente di LazioJuventus (2 febbraio), che affronterà nel doppio confronto di aprile (tra andata 4-5 e ritorno 24-25), e si prepara al derby di campionato col Milan mostrando una buona condizione.

Salvate il soldato Lukaku. È la prima cosa che viene in mente assistendo alla partita del belga che è l'ombra di se stesso, del calciatore che era stato un trascinatore nell'anno dello scudetto e che aveva voluto fortemente il ritorno a Milano dopo l'esperienza poco felice al Chelsea. Ha perso le misure, il feelling, il passo, la brillantezza, il fiuto, quell'impeto che faceva di lui un calciatore devastante per la stazza. E soffre perché appare fuori dal gioco, un corpo estraneo. La squadra prova ad aiutarlo ma è dura.

La frustrazione di Lukaku, il belga in ombra anche contro la 'dea' in Coppa Italia.
La frustrazione di Lukaku, il belga in ombra anche contro la ‘dea' in Coppa Italia.

Inzaghi ricompone la Lu-La ma a fare un figurone (per intensità, condizione di forma e pericolosità) è sol l'argentino. Del compagno di reparto si ha traccia lieve nella sfida contro la ‘dea'. Almeno per tutta la prima frazione mostra una certa insofferenza per la situazione contingente: gli passano la palla ma non è abbastanza calibrata, né lui sembra pronto, per avventarsi sulla sfera come un rapace.

E lui cosa fa? Gesticola in maniera abbastanza palese, come se la colpa della sfera che non gli arriva sia solo di chi dovrebbe servirgli il passaggio. I numeri? Meglio non guardarli… una ventina di tocchi nel primo tempo e zero quanto a tiri in porta, zero quanto a pericolosità e capacità di fare il suo mestiere di bomber.

È di Zapata una delle migliori occasioni dell'Atalanta.
È di Zapata una delle migliori occasioni dell'Atalanta.

Equilibrio. È la parola che caratterizza buona parte dell'incontro, almeno fino a quando nella seconda parte del match l'Inter non sale di giri e costringe l'Atalanta a rimediare come può alla maggiore pressione dei padroni di casa. Viene fuori a sprazzi con Zapata (fallisce il gol di testa da posizione ravvicinata), è pungente con Boga (che quando accelera è una spina nel fianco e sfiora la rete, sfrutta un'uscita maldestra di Onana per procurarsi un'occasione ghiotta davvero peccato Maehle la sprechi nel peggiore dei modi. Ma la ‘dea' vista al Meazza è il ‘lato b' di quella che corre in campionato a un'altra velocità.

E la formazione di Inzaghi? È lei ad avere le redini dell'incontro, dà l'impressione che quando può e vuole è capace davvero di far male all'Atalanta. Il palo di Calhanoglu grida vendetta, la consumerà a freddo Darmian autore del vantaggio nella ripresa. Il difensore che fa lo Skriniar (lasciato a casa a margine dell'ultima giornata di mercato) al centro della difesa veste i panni del goleador e inventa un tiro che stronca ogni velleità di Musso. A Mkhitaryan, invece, non riuscirà la rasoiata che avrebbe chiuso il match.

L'esultanza di Darmian dopo aver segnato la rete del vantaggio con l'Atalanta.
L'esultanza di Darmian dopo aver segnato la rete del vantaggio con l'Atalanta.

Gasp cambia qualcosa: entrano Ederson e Muriel, escono Hateboer e Boga. Lookman prende il posto di Pasalic e Hojlund quello di Zapata. Inzaghi risponde sostituendo Calhanoglu con Asllani,  Lukaku con Dzeko e Gosens con Dimarco. Da un lato c'è esigenza di maggiore freschezza e aumentare peso e soluzioni offensive, dall'altro la necessità di avere fisicità, il classico asso nella manica da lanciare sul rettangolo verde, la possibilità di gestire senza patemi (esce Dumfries sofferente ed entra D'Ambrosio) il risultato e la qualificazione.

Lautaro prende un ‘giallo' ingenuo lasciandosi tradire dal nervosismo, il tecnico capisce che è meglio tirarlo fuori per evitare guai. Non sarà l'unico a caricarsi di ammonizioni: ne arriveranno anche per Correa e Onana in un finale ansioso. Il bosniaco passa a fare la prima punta e fa quel che deve, il resto è furore e agonismo. Missione compiuta, se ne riparla ad aprile.

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