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Lasciano il campo dopo insulti razzisti, il Giudice li punisce: multa, sconfitta e penalizzazione

Davanti ad un insulto nei confronti di un proprio compagno, i giocatori hanno lasciato il terreno di gioco: “Hanno voluto dare un messaggio forte”. Ma il Giudice Sportivo li castiga.
A cura di Alessio Pediglieri
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Il Giudice Sportivo ha deciso di applicare il regolamento alla lettera, senza attenuanti e senza valutare le circostanze: la squadra ha deciso di abbandonare la partita ancora prima che finisse e ha lasciato il campo, così è stata sanzionata da un ammenda economica e dalla sconfitta a tavolino. Il tutto si è consumato in Lombardia, vicino ad Erba, comune posto tra Como e Lecco e a farne le spese è stata la Società dilettantistica dell'Arcellasco che oltre al danno ha subito anche la beffa finale.

L'episodio era accaduto nell'ultimo weekend di aprile, durante una partita del campionato juniores lombardo con l'Arcellasco che affrontava il Bresso Calcio: di fronte ad un insulto di sfondo razzista rivolto ad uno dei suoi calciatori la società aveva preso la decisione più estrema, fermarsi. I compagni di squadra, in accordo con il tecnico e la dirigenza aveva così messo fine al match lasciando il terreno di gioco, visto che  – come da regolamento – la partita non poteva essere sospesa dall'arbitro per episodi di intolleranza. Una scelta che aveva anche riscontrato la vicinanza e l'appoggio della Federcalcio che si era detta vicina a squadra e club.

Poi, però, la doccia fredda che è arrivata da parte del Giudice Sportivo: davanti al referto arbitrale che riportava correttamente gli eventi, l'Arcellasco si è ritrovato punito perché – sempre a norma di regolamento – non aveva permesso di concludere la partita: "Pur ritenendo la scelta della società Arcellasco di non continuare la gara frutto di un episodio deprecabile ed estremamente negativo ai fini della presente decisione non si può prescindere dalla disposizione su indicata" si legge nelle motivazioni che hanno portato ad una multa, alla conseguente sconfitta a tavolino e ad un punto di penalizzazione in classifica per l'Arcellasco. Mentre il giocatore reo degli insulti, Cristian Rotolo del Bresso Calcio, è stato squalificato per 11 turni.

L'indignazione è dilagata sui social e non solo. L'Arcellasco non è rimasto in silenzio e i vertici del club hanno evidenziato il paradosso imbarazzante: "Poteva starci la sconfitta, ma non il punto di penalizzazione" ha sottolineato il Vicepresidente Andrea Colombo. "Il Giudice poteva dare un  segnale forte verso l’esterno mentre così passa il messaggio sbagliato sia nei confronti i ragazzi che hanno fatto una scelta inattaccabile, coraggiosa, responsabile e matura sia verso il mondo dello sport in generale". Anche perché la decisione di abbandonare il terreno di gioco era stata concordata e riflettuta: "I ragazzi si sono riuniti in campo, il clima era molto teso e ho lasciato scegliere a loro. Mi hanno comunicato che non volevano rientrare per dare un messaggio chiaro, consapevoli di eventuali ripercussioni".

Il regolamento parla chiaro, il Giudice Sportivo è stato inflessibile e non ha valutato la situazione. Per Colombo, però, non si tratta di criticare eventuali decisioni sbagliate tanto che l'Arcellasco non farà ricorso: "Continueremo a batterci perché vengano cambiate le regole davanti a episodi del genere, l'arbitro deve avere l'autorità di intervenire se vogliamo davvero che cambi in futuro qualcosa".

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