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L’arbitro di Tunisia-Mali racconta la sua verità: “Dio mi ha detto di fischiare, stavo morendo”

In Coppa d’Africa ha fatto discutere il caso dell’arbitro Janny Sikazwe che in Tunisia-Mali ha fischiato la fine in anticipo, due volte. Le sue giustificazioni sono quantomeno curiose.
A cura di Marco Beltrami
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La Coppa d'Africa sta volgendo al termine. In attesa delle due semifinali Burkina Faso-Senegal e Camerun-Egitto, a far discutere è ancora quanto accaduto in occasione del match tra il Mali e la Tunisia valido per la fase a gironi. L'arbitro di quella gara, il signor Janny Sikazwe, ha conquistato un'inaspettata popolarità per aver fischiato per ben due volte la fine delle ostilità in anticipo, facendo infuriare la formazione tunisina sotto di un gol e poi in superiorità numerica, a caccia del classico assalto finale.

Le scene nel finale di Tunisia-Mali hanno fatto il giro del mondo. Quando il direttore di gara ha fischiato la fine della partita con ben 5 minuti d'anticipo, all'85', tutti sono rimasti increduli. Il parapiglia scatenatosi in campo ha spinto Sikazwe, arbitro conosciuto anche a livello internazionale (ha diretto anche match dei Mondiali), a far riprendere la gara. Tutto risolto? No, visto che il fischietto prima ha espulso un calciatore maliano, con una scelta a dir poco discutibile, e poi ha nuovamente sancito la conclusione in anticipo, ovvero 13 secondi prima dello scadere del tempo regolamentare, con buona pace dei tempi supplementari che avrebbero fatto ovviamente comodo alla Tunisia.

Per giorni non si è parlato d'altro a proposito della Coppa d'Africa, anche perché alla luce delle proteste ufficiali della Tunisia si era deciso di far riprendere il gioco dopo mezz'ora per concludere finalmente il match, con i tunisini però che indignati non si sono più presentati. Inizialmente le curiose iniziative dell'arbitro zambiano Sikazwe sono state giustificate da una condizione fisica e anche mentale precaria legata ad un colpo di sole, ma le parole del diretto interessato rischiano di alimentare ulteriormente le polemiche su quanto accaduto.

Infatti Sikazwe dopo essere tornato in patria ha spiegato come la decisione errata di far chiudere Tunisia-Mail in anticipo sia stata una benedizione di Dio. Il suo comportamento infatti sarebbe stato a suo dire ispirato proprio dall'alto, e in questo modo ha evitato addirittura la morte: "Ho visto persone andare a lavorare fuori dal paese e tornare in una bara. Ero molto vicino a tornare così. I dottori mi hanno detto che il mio corpo non si stava raffreddando. Sarebbe passato solo un po' di tempo prima che finissi in coma, e sarebbe stata la fine. Penso che Dio mi abbia detto di porre fine alla partita. Mi ha salvato". Chissà come reagiranno i componenti della nazionale tunisina a queste giustificazioni, la sensazione è che la frustrazione e la rabbia per aver subito un evidente torto non possa che aumentare.

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