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L’agente di Bastoni apre le prime crepe nell’Inter: “Non possono chiedere soldi ai giocatori”

L’Inter ha provato a mettere la sordina alla situazione economica in cui versa il club e alle scelte adottate per il futuro. Le parole dell’agente di Alessandro Bastoni spiegano bene qual è il momento che i calciatori stanno vivendo. Il progetto è chiaro, bisogna ridurre i costi e per farlo sono stati individuati una quota (15%) e una strategia operativa molto chiara: al netto di cessioni dolorose non verranno effettuati investimenti onerosi.
A cura di Maurizio De Santis
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Il piano di dimensionamento necessario dei conti scuote l'Inter. La proprietà ha chiesto alla squadra il taglio di due mensilità, la riposta negativa ha indirizzato la mediazione verso un'altra (possibile) soluzione: spalmare gli ingaggi in un lasso di tempo tale da non gravare troppo sul bilancio. Il progetto è chiaro, bisogna ridurre i costi e per farlo sono stati individuati una quota (15%) e una strategia operativa molto chiara: al netto di cessioni dolorose (ma fatte per ragion di Stato), non verranno effettuati investimenti onerosi.

Il club ha provato ad alzare un muro intorno alla situazione contingente, si spiega anche così l'annullamento della conferenza stampa di Antonio Conte alla vigilia della sfida di campionato con la Roma. Evitare domande insidiose e altrettante risposte indiscrete, così da non sollevare polveroni, è l'intento della società ma qualche crepa s'è già aperta. L'intervento al Corriere dello Sport di Tullio Tinti – agente di Bastoni – è la più tangibile ed evidente. Molto più di un semplice scricchiolio considerati i concetti espressi. Uno in particolare: non è giusto chiedere i soldi ai calciatori che hanno già accettato il posticipo del pagamento di alcune spettanze evitando al club penalizzazioni in classifica. E poi c'è la questione rinnovo del contratto, rinviata quando tutto era già definito.

Sullo sfondo c'è l'esempio di quanto accaduto in Cina all'altro club di Suning che alimenta perplessità sulla gestione: Eder, che aveva chiesto la risoluzione anticipata dell'accordo, è rimasto e nonostante la vittoria del campionato s'è ritrovato senza stipendio né contribuiti. Nulla.

Quando ho letto di questa richiesta di taglio di due mesi di stipendio sono rimasto meravigliato, ma non del tutto – le parole di Tinti -. Sono consapevole che tutti i club di A hanno un sacco di difficoltà ma al tempo stesso le società sono aziende private. È inopportuno chiedere soldi ai giocatori che hanno fatto tutto quello che dovevano. Hanno vinto lo scudetto e accettato di rimandare il pagamento delle mensilità sia nel 2019-20 sia novembre e dicembre scorsi per evitare penalizzazioni in classifica.

Altra sbavatura, la frenata improvvisa sul rinnovo del contratto (in scadenza nel 2023). Tempistica e termini della comunicazione sono stati un'altra (sgradita) sorpresa che l'agente ha così commentato.

Bastoni, che è contento di restare, sta giocando con il contratto firmato tre anni fa, nonostante da due stagioni sia titolare dell’Inter e sia stato convocato in Nazionale. C’era la promessa adeguare lo stipendio e l’intesa a febbraio c’era, con tanto di mail di conferma scambiate. Mancava solo che il presidente tornasse dalla Cina per formalizzare il tutto. Venerdì mi è stato comunicato che il rinnovo non è saltato, ma che bisogna aspettare che sia firmato questo prestito che la società sta trattando. Onestamente sono cose che non mi sono mai capitate. Questo comportamento non va bene. Noi rispetteremo gli accordi. Se il club vorrà rinnovare alle cifre concordate, ok, altrimenti dall’1 luglio in poi le cose cambieranno.

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