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La storia della maledizione della Champions lanciata da Yaya Touré sul Manchester City di Guardiola

Un feeling mai scattato con Yaya Touré e la delusione per l’addio: la storia che si nasconde dietro alla maledizione della Champions League lanciata su Guardiola.
A cura di Ada Cotugno
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Ci sono partite in cui la mistica è più forte della logica e la finale di Champions League non fa eccezione. La coppa è diventata una vera ossessione per Pep Guardiola che non l'ha più vinta dai gloriosi tempi di Barcellona. E non si può dire che non ci abbia provato: dal Bayer Monaco al Manchester City il sogno è stato sempre accarezzato e contro l'Inter si presenterà sul piatto d'argento un altro tentativo. Yaya Touré permettendo. 

Pare che il centrocampista giochi un ruolo cruciale in questa vicenda e, dal suo addio alla Premier League, sarebbe diventato uno degli ostacoli principali tra l'allenatore spagnolo e il suo sogno. Secondo la leggenda che aleggia sull'Etihad Yaya Touré avrebbe lanciato una maledizione su Guardiola, rendendogli così impossibile la vittoria della Champions League.

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Tutto nasce dai cattivi rapporti intercorsi fra i due che avevano lavorato insieme già ai tempi del Barcellona. Nel 2016 l'allenatore arriva a Manchester prendendo il posto di Manuel Pellegrini e instaurando subito la sua nuova idea di gioco, rivoluzionaria per il calcio inglese.

A causa delle sue scelte Touré assume un ruolo sempre più marginale: da perno del centrocampo si ritrova a giocare davvero poco senza una spiegazione valida. Secondo l'agente del giocatore questo è dovuto al pessimo feeling che si era creato negli spogliatoi tra Guardiola e il gruppetto di giocatori africani presenti in rosa.

In realtà Touré si era legato al dito anche un altro episodio, antecedente all'arrivo del nuovo allenatore: l'11 maggio 2014 il City conquistò la vittoria del titolo e due giorni dopo la società dimenticò di comprare una torta per il compleanno del giocatore, un gesto che invece era stato sempre fatto per tutti gli altri. L'episodio non potrò direttamente alla maledizione, ma il giocatore (come rivelato più tardi) faticò a mandare via la delusione, tanto da pensare all'addio.

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Dopo aver perso il posto da titolare, nel maggio 2018 Yaya Touré decise di cominciare una nuova avventura lontano dalla Premier League, dopo aver giocato l'ultima partita contro il Brighton. Dopo essere andato via il suo agente Dmitri Seluk pronunciò le fatidiche parole: "Non dubito che molti stregoni africani impediranno a Guardiola di vincere ancora la Champions League. Colpirà Guardiola in modo simile a una maledizione africana. Saprò se ho ragione o torto a tempo debito".

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La colpa di Guardiola era stata quella di aver posto fine alla carriera del centrocampista, un oltraggio per tutto il popolo africano: "Il modo in cui si è comportato nei confronti della leggenda del club Yaya, trovando scuse per non lasciarlo giocare. Ha messo il continente africano contro di lui e molti tifosi africani del Manchester City hanno abbandonato il club".

Saranno parole dettate dalla rabbia o una mera suggestione, ma da allora Guardiola non ha più messo le mani sulla Champions League. Negli anni è sempre stato protagonista di scottanti eliminazioni, compresa quella in finale contro il Chelsea nel 2021. Di recente Seluk ha rivelato di aver spezzato la maledizione, porgendo le sue scuse. Basterà per avvicinare Pep alla coppa?

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