La squadra di fuorisede che ha vinto due campionati di fila: la storia di Comala FC, tra sport e impegno sociale

‘Comala’ per lo scrittore messicano Juan Rulfo era periferia e centro del mondo. A Torino, invece, ‘Comala’ è uno spazio pubblico polifunzionale che si trova tra i quartieri di Cenisia, Cit Turin e Borgo San Paolo dove ci si ritrova per studiare, fare musica e anche sport. Sì, perché Comala FC è il nome della realtà che coniuga l’attività sportiva con il sociale con squadre di basket, pallavolo e calcio femminile. Un percorso di sport popolare che comprende anche il calcio maschile, con una squadra che da due anni vince il campionato con il 99% di calciatori fuorisede.
L’iscrizione al campionato di Terza Categoria della FIGC nella stagione 2022/2023 è stato solo l’inizio di un percorso che ha visto la squadra allenata da Andrea Pino vincere prima il torneo di III e poi quello di Seconda Categoria: un doppio balzo che probabilmente nessuno si aspettava e che dà ancora più valore al lavoro che viene fatto nell’ex caserma La Marmora, che fu aula bunker del maxi-processo alle Brigate Rosse nel 1976.
Comala FC ha vinto il girone D della Seconda piemontese con 55 punti in 26 partite, frutto di 17 vittorie, 4 pareggi e 5 sconfitte. Una squadra che ha segnato 55 gol e ne ha subiti 31, chiudendo con 4 punti in più della seconda in classifica (Calcio Leini) e può vantare il capocannoniere del torneo (Dima Marco con 27 reti).

Proprio mister Andrea Pino, che è anche presidente dell’associazione, racconta a Fanpage.it cos’è Comala e come nasce Comala FC: “Quando abbiamo recuperato questa porzione dell’ex caserma, struttura storica di un quartiere fortemente universitario dove c'è il Politecnico, è emersa questa esigenza di spazi per studiare, che erano pochi rispetto alla richiesta, e dopo la prima riapertura Covid questa situazione si è accentuata perché era l'unico posto a Torino che aveva determinate caratteristiche. Abbiamo recuperato anche i giardini e si è sviluppato uno spazio con 300 posti studio d'inverno e d'estate arriviamo anche a 600 compreso l’esterno. Il fatto che molte ragazze e ragazzi stessero lì tutto il giorno ha portato anche una forte aggregazione serale e gran parte dell’utenza è di studenti fuorisede. Se stai in cinque in una casa hai un'esigenza di socializzazione anche al di fuori. A settembre di tre anni fa ci siamo detti ‘vabbè ma facciamo una squadra di calcio’ perché eravamo attratti da alcune storie di calcio popolare che si vedevano in Italia come Lebowski a Firenze, San Lorenzo a Roma, insomma, queste realtà qui. La cosa particolare è che questo spazio ha un impianto sportivo che è quello del Citturin, che è una società di calcio storica di Torino, che è di fronte all’ex caserma e abbiamo chiesto al gestore del campo se ci faceva giocare in casa lì, e lui ci ha detto di sì. Siamo partiti. Abbiamo fatto l'annuncio con un post Instagram e sono arrivate centinaia di candidature”.
Comala Fc, il club autogestito che ha vinto due campionati di fila
Sempre Andrea Pino racconta in che modo è partita quest’avventura e come si è ampliata l’offerta anche per gli altri sport: “Noi facciamo ogni anno un torneo conoscitivo di calcio a 8 e quelli più bravi li vediamo a undici. Molti ragazzi che magari giocavano nei loro paesi o nelle loro città, che dovevano fermarsi per l’università, hanno trovato questa opportunità e questo ci ha un po’ facilitato. Spesso molti smettono perché magari è complicato arrivare in un altro posto e trovare spazio o mettersi a cercare in giro. Quindi ogni anni ci sono tutti questi ragazzi che non giocano, che hanno praticamente smesso, ma alcuni sono anche bravi e permettono di fare una rosa anche qualitativa. Quindi siamo partiti e il primo anno abbiamo fatto squadra la settimana prima che iniziasse il campionato e siamo arrivati in zona play-off, però poi non siamo saliti. Quell'anno lì arrivano tante richieste anche per altri sport e così dal secondo anno abbiamo fondato un'associazione sportiva, che è separata dalla realtà che gestisce lo spazio. Abbiamo basket maschile e femminile, pallavolo mista, calcio a 5 femminile e poi abbiamo un'altra squadra, 11 di calcio, che fa il campionato del CSI. Oggi contiamo 130 atleti”.

Rispetto alle altre realtà di queste categorie, Comala vanta una vera e propria tifoseria: “La cosa carina è che essendo attaccati, spazio e impianto, si è creato poi un grande seguito rispetto alla partita della domenica: le due partite in cui siamo saliti di categoria, sia l'anno scorso che quest'anno, c’erano 500 persone. Un contesto che ovviamente in queste categorie basse non c'è. Molti ragazzi che giocano comunque stanno da noi tutto il giorno perché sono studenti, vengono a studiare e si conoscono: quindi c'è comunque questo aspetto diciamo comunitario, infatti io dico sempre che sembra un po' una squadra di paese. Una specie di paese artificiale, quindi questa cosa qua è molto carina ed è molto seguita anche nello spazio, visto che alcuni ragazzi nei giorni in cui noi stavamo per salire mi raccontavano che venivano fermati per essere incoraggiati in vista della partita”.
Proprio il discorso del tifo è stato oggetto di studio da parte dell’associazione ed è stato redatto un documento basato su poche e semplici regole per chi vuole tifare Comala FC, onde evitare situazioni di razzismo e discriminazioni che sono all’ordine del giorno su tutti i campi d’Italia. A raccontare il lavoro che è stato fatto anche per avere una tifoseria diversa dalle altre è Chiara Fiore, attivista e una delle menti dell’associazione Comala: “Nella nostra realtà è come se i tifosi fossero i cittadini di questo piccolo paese e così diventiamo la squadra di questo paese, per cui tu in curva trovi le persone che vedi quotidianamente nello spazio. In curva cerchiamo di portare un approccio diverso a chi vuole seguire il nostro percorso. Noi siamo inseriti in un ambiente come quello del calcio dilettantistico dove spiccano machismo e razzismo e se vedi la nostra pagina Instagram come primo post trovi le cose da sapere prima di andare in curva. Perché viene tanta gente che magari ha un approccio da stadio in linea con i tempi in cui viviamo e questa cosa da noi non è possibile perché in questo contesto non usiamo un certo linguaggio, ne usiamo un altro”.
Comala FC tra presente e futuro
A differenza dei primi due anni, in questa stagione la squadra ha trovato sbocco anche tra i torinesi e ci sono dei rappresentati in squadra come spiega Andrea Pino: “Quest'anno abbiamo anche dei torinesi ed è una soddisfazione perché uscivano magari dalle giovanili di squadre di Torino e han deciso di venire a giocare da noi. Un esempio è il ragazzo che ha fatto il gol della promozione che fa il Liceo, diciott'anni e vive vicino allo spazio. Viene a fare i compiti da noi e piano piano è entrato in squadra. Questa è una cosa molto bella perché la storia dei fuorisede è carina ma anche il radicamento nel quartiere è importante”.
Proprio un maggiore radicamento nel quartiere è il prossimo passo che Comala vuole portare avanti e Chiara Fiore affronta il tema in maniera organica, dallo sport alla cultura: "Questo è un tema su cui stiamo interrogando, ovvero affacciarsi un po' sul quartiere e far sì che Comala diventi la casa non solo dei fuorisede, che è una cosa con un grande valore politico, ma aprirsi alle famiglie, alla socialità diversa da quella dei giovani ventenni che studiano a Torino. Secondo me quello è un aspetto interessante che in qualche modo ti dà anche la possibilità di avere una lungimiranza diversa. Già l'anno scorso abbiamo provato a fare una giornata di sport in piazza gratuita per i bambini, e non solo, e strutturarsi per questo tipo di attività ci permetterebbe di dialogare anche fuori dalle mura di Comala".
È stato fatto un grande lavoro fino ad oggi ma c’è ancora molto da fare e sempre Pino ci spiega in che modo vogliono farlo: “Fare una Prima Categoria a Torino è una grande cosa perché ci sono società storiche. Stabilizzarci lì sicuramente e anche con la polisportiva nel suo complesso. La sfida più grande è quella dell'autosostenibilità, perché fare sport è costoso, il calcio soprattutto ma lo stesso si può dire anche per gli sport indoor che hanno difficoltà sugli impianti. Sicuramente l'obiettivo è farla durare nel tempo come esperienza e quindi fare un percorso per cui sia più autosostenibile da un punto di vista economico”.
Da una comunità autogestita fatta di inclusione, appartenenza e fratellanza è nata una bella favola di sport e di partecipazione. Tutto questo è Comala FC.