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Covid 19

La Serie A si organizza per ripartire tra convocazioni e quarantena obbligatoria

L’andamento dei dati del contagio e l’evoluzione dell’emergenza sanitaria determinerà se e quando sarà possibile riprendere il campionato. Il presidente della Figc, Gravina, ipotizza la seconda metà di maggio quale data da valutare per il ritorno all’attività sportiva. Così fosse, dopo Pasqua tutti i club dovrebbero richiamare i calciatori che hanno lasciato l’Italia. La Juve è la società col numero maggiore: ben 9 quelli che hanno lasciato il Paese.
A cura di Maurizio De Santis
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Quando ripartirà la Serie A? Nemmeno i vertici del calcio italiano possono offrire con certezza una data precisa su quando riprenderà il campionato. L'emergenza sanitaria provocata dalla pandemia da Coronavirus ha fermato tutto il Paese: in Italia come in Europa le misure restrittive imposte dai governi si sono rivelate finora l'unico strumento plausibile per arginare la diffusione del contagio da Covid-19 (qui tutti gli aggiornamenti in tempo reale).

La Uefa ha fornito un periodo di tempo indicativo entro il quale concludere la stagione delle Coppe e "suggerito" alle federazioni di fare il possibile per concludere i rispettivi tornei. Il presidente della Figc, Gabriele Gravina, s'è detto possibilista ipotizzando la seconda metà di maggio come data da cerchiare in calendario per il "nuovo" fischio d'inizio. Ma, al momento, è null'altro che una riflessione a margine della volontà di tornare in campo anche per limitare i danni economici.

Nell'attesa di capire quando e se ci sarà effettivamente l'opportunità di ripartire, sul tavolo ci sono ancora altri "tempi tecnici" di cui tenere conto. Oltre alla cosiddetta "fase 2" della situazione contingente, almeno per il mondo del calcio c'è una ulteriore considerazione di rilievo: ovvero, il periodo di quarantena obbligatoria (due settimane, come previsto dalla legge) alla quale dovranno sottoporsi tutti i calciatori che rientreranno in Italia per rispondere "presente" alla chiamata delle società. Sarà sempre e comunque l'evoluzione dell'emergenza a scandire la ripresa graduale ma i club hanno la necessità di farsi trovare pronti qualora, allentate le restrizioni ai centri sportivi, diverrà possibile riprogrammare l'attività di lavoro quotidiano e di preparazione.

Qual è il discrimine? L'andamento dei dati del contagio: se la curva continuerà ad abbassarsi e i valori a raggiungere i limiti minimi previsti allora non sarà più inverosimile richiamare in patria tutti quei giocatori che avevano raggiunto le famiglie approfittando dello stop all'attività agonistica.

Calendario alla mano, quindi, al netto della seconda metà di maggio come ipotesi da valutare per la ripresa, le convocazioni delle società arriveranno da dopo Pasqua: occorrerà un mese di tempo circa per rimettersi in forma e ritrovare il ritmo perso. Al massimo entro l'inizio di giugno riprenderebbero i campionati con partite che verrebbero disputate ogni 3 giorni fino al termine del mese quando riprenderebbero sia la Champions (martedì 23 e mercoledì 24) sia l’Europa League (giovedì 25).

La Juventus è la squadra che ha il maggior numero di giocatori partiti in momenti differenti: l'ultimo della lista è stato Adrien Rabiot che è si è aggiunto a Cristiano RonaldoGonzalo Higuain, Pjanic, Khedira, Douglas Costa, Alex Sandro, Danilo, Szczesny. Nel novero ci sono anche gli interisti Brozovic, Handanovic, Lukaku, Godin, Eriksen, Moses e Young (ai quali è stato chiesto di fare rientro), i milanisti Ibrahimovic e Leao, quelli del Parma Kulusevski, Cornelius, KuckaKurtic e Gervinho. Tutti in attesa di un segnale preciso. Tutti vincolati ai tempi di viaggio e di quarantena.

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