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La Serie A fa richiesta di risarcimento agli abbonati al “pezzotto”: cifra più alta rispetto a DAZN

La Serie A preannuncia che presto farà richiesta di risarcimento a coloro i quali hanno guardato le partite di calcio su siti illegali attraverso il cosiddetto “pezzotto”. La cifra sarà più alta rispetto ai 500 euro richiesti da DAZN.
A cura di Fabrizio Rinelli
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La lettera di risarcimento inviata da DAZN solo qualche settimana fa a tutti coloro i quali avevano sottoscritto un abbonamento al cosiddetto "pezzotto" era solo un primo passo per la lotta contro chi ha guardato il calcio su siti illegali. Anche la Serie A di fatto passa all'attacco e, sfruttando nomi e recapiti delle persone individuati dalla procura di Lecce e dalla Guardia di Finanza che nei mesi scorsi aveva beccato circa duemila persone durante un’indagine sul "pezzotto", fa sapere che avanzerà presto richiesta di risarcimento.

L'annuncio è arrivato direttamente dalle parole di Ezio Simonelli, presidente della Lega Serie A, che a margine del “Football Summit Forum” organizzato dalla Gazzetta dello Sport e dall’Università Bocconi di Milano ha spiegato le prossime mosse della Lega in tal senso. Simonelli non ha reso note le cifre e l'importo preciso che verrà chiesto a ciascun utente responsabile di aver guardato il calcio sui siti illegali, ma ha anticipato che la somma di denaro sarà superiore ai 500 euro che aveva chiesto DAZN per chiudere pacificamente la questione.

La lettera inviata da DAZN agli utenti che hanno guardato il calcio su piattaforme illegali.
La lettera inviata da DAZN agli utenti che hanno guardato il calcio su piattaforme illegali.

Seguendo l'esempio di DAZN dunque, anche la Serie A inizia a muoversi per la lotta alla pirateria punendo chi ha usufruito della visione delle partite attraversi siti illegali. La piattaforma streaming aveva proposto, con una lettera recapitata a ciascun utente direttamente a casa, il pagamento dei 500 euro. In caso di rifiuto DAZN sarebbe passata alle vie legali. Una mossa quella della lettera che, come spiegato in un'intervista a Fanpage da Massimiliano Dona, avvocato e Presidente di Unione Nazionale Consumatori, "non ha nessun valore coercitivo. Un privato non può obbligarci a pagare! Dovrebbe fare causa a chi ha usato il pezzotto, dimostrando di aver subito un danno: il Giudice poi dovrebbe quantificare l’importo eventualmente dovuto".

Insomma, da capire ora invece cosa farà la Lega Serie A che ha già preannunciato richieste di somme superiori a 500 euro. L'azione di aziende e forze dell’ordine sullo streaming illegale ha ragioni sicuramente economiche. Secondo Stefano Azzi, amministratore delegato di DAZN Italia, "l’impatto della pirateria in termini di mancati incassi per l’industria dello sport supera i 300 milioni di euro all’anno". Ecco perché la questione è andata avanti e si sta iniziando a intensificare sempre di più la lotta al "pezzotto".

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