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La Procura FIGC indaga su Inzaghi e Acerbi dopo Roma-Inter: cosa rischiano

La Procura federale ha aperto un fascicolo anche sul tecnico dopo il difensore, per ragioni e ipotesi sanzionatorie differenti. Il regolamento spiega perché e cosa può accadere.
A cura di Maurizio De Santis
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Il dito medio di Francesco Acerbi verso i tifosi della Roma. La presunta telefonata di Simone Inzaghi alla squadra tra il primo e il secondo tempo della partita di campionato all'Olimpico. La Procura FIGC ha acceso i riflettori sull'Inter e li ha puntati sui due casi che nelle ultime ore hanno fatto discutere, sia pure per ragioni e ipotesi sanzionatorie differenti.

Il gestaccio del difensore. L'ex calciatore della Lazio (e questo rende l'idea dell'acrimonia di buona parte del pubblico giallorosso nei suoi confronti) aveva risposto in quel modo tanto crudo quanto plateale agli insulti che gli arrivavano dalla Rirbuna Montemario. "Devi morire!", gli gridavano dagli spalti facendo anche riferimento ai trascorsi della sua malattia (è guarito da un tumore) durante il check del Var sulla rete segnata dall'interista.

  • Perché è intervenuto il procuratore federale pur non essendoci rapporti da parte di arbitro e degli ispettori o immagini raccolte dalle telecamere? Non ha potuto ignorare le foto sottoposte alla sua attenzione.
  • La prima domanda porta con sé un'altra: cosa rischia Acerbi? L'articolo 4 del Codice di Giustizia Sportiva che richiama i tesserati alla lealtà, alla probità e alla correttezza dei comportamenti è la traccia seguita dal procuratore federale ma non è detto che condurrà per forza a una squalifica di uno, due giornate. Sia perché la Procura potrebbe tener conto delle attenuanti del caso (la vicenda umana, strettamente personale, vissuta dal calciatore per la grave patologia che ha superato) sia perché lo stesso Acerbi, facendo ammenda e ammettendo di aver sbagliato, potrebbe cavarsela con un patteggiamento e una multa.
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La (presunta) telefonata di Inzaghi da squalificato. Durante le interviste nel dopo gara, a caldo, a Dazn, complice un eccesso di euforia per la vittoria e per il gol, Bastoni s'era lasciato sfuggire che nell'intervallo di Roma-Inter il tecnico (fermato dal giudice sportivo) aveva contattato la squadra per impartire indicazioni precise e richiamarla all'ordine per le sbavature nei primi 45 minuti. Il difensore aveva parlato di video-chiamata, versione smentita e ridimensionata dal vice di Inzaghi, Farris, che aveva parlato di "comunicazione fatta allo staff" perché facesse da tramite con i giocatori ai quali riportare i suoi suggerimenti.

  • Atto dovuto. Inizialmente la Procura aveva scelto di non aprire un fascicolo poi, a causa delle notizie diffuse dai media, ha deciso di procedere per fare piena chiarezza sull'episodio.
  • Inzaghi può vedere aggravata la squalifica? Sì, per effetto del comma 3 dell'articolo 19 (esecuzione delle sanzioni) del Codice di Giustizia Sportiva qualora venissero ravvisati gli estremi indicati al comma 9 dell'articolo 21: "I tecnici nei cui confronti è stata inflitta la sanzione della squalifica non possono svolgere, per tutta la durata della stessa, alcuna attività inerente alla disputa delle gare; in particolare sono loro preclusi, in occasione delle gare, la direzione con ogni mezzo della squadra, l'assistenza alla stessa in campo e negli spogliatoi nonché l'accesso all'interno del recinto di gioco e degli spogliatoi".
  • Nulla di fatto. Quasi sicuramente è così che si concluderà la vicenda relativa a Inzaghi. Il motivo? Che non fosse presente negli spogliatoi è certo. Difficile da dimostrare che abbia effettivamente parlato (al telefono oppure in video-chiamata) alla squadra nell'intervallo, soprattutto alla luce della versione già fornita dal suo stretto collaboratore.
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