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La possibile rivoluzione del calcio: nuovo calendario con campionati di apertura e clausura

Tra le possibilità considerate per ridisegnare il calendario del calcio, paralizzato in tutto il mondo dall’emergenza Coronavirus, anche un’idea clamorosa, per ora solo allo stato embrionale: dividere i campionati nazionali in tornei di apertura e clausura. Allo studio un piano che arriverebbe fino al 2023.
A cura di Sergio Chesi
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Il mondo del calcio è sospeso a metà, tra l'analisi dei danni economici causati dall'emergenza Coronavirus e lo studio di tutte le possibilità a disposizione per ridisegnare i calendari e prepararsi al ritorno in campo. L'assenza di certezze su date realistiche per poter tornare a giocare, in condizioni di sicurezza, sta portando federazioni e dirigenti a valutare anche scenari clamorosi per portare a termine la stagione – a costo di arrivare fino all'autunno – e riuscire a incastrare in qualche modo anche gli impegni già previsti nella prossima annata. Ipotizzando un inizio posticipato della prossima stagione, in modo da riuscire a terminare quella in corso, gli Europei in programma a giugno 2021 impongono tempi strettissimi per campionati e coppe. Forse persino troppo. Da qui nasce l'idea che sta rimbalzando in ambito europeo, da una federazione all'altra, per ora a livello embrionale: rivoluzionare i calendari, dividendo i campionati nazionali in apertura e clausura, sul modello sudamericano.

Nuovo calendario: campionati con apertura e clausura

I campionati di apertura e clausura, come nel modello sudamericano, si compongono di un solo girone nel quale tutte le squadre del campionato si affrontano una sola volta. Nel caso della Serie A, ad esempio, andata e ritorno diventerebbero due tornei a se stanti, rispettivamente apertura e clausura. La logica è questa: ridisegnare il calendario del calcio mondiale tra l'emergenza Coronavirus – che avrà impatto sul 2019/20 e il 2020/21 – e i Mondiali 2022, programmati per la prima volta nella storia tra novembre e dicembre con conseguenze sulla stagione 2022/23. Dividere i campionati nazionali in due tornei distinti, apertura e clausura, garantirebbe maggiore flessibilità in termini di calendarizzazione degli eventi.

Il primo torneo di apertura potrebbe avere inizio poco più di un mese dopo la fine della stagione attualmente sospesa a causa della pandemia, in pieno autunno. Si andrebbe avanti fino alla primavera, per poi lasciare spazio ad Euro 2021.  Qualche settimana di pausa, poi spazio al torneo di clausura nella seconda parte del 2021. Il successivo campionato di apertura avrebbe inizio nei primi mesi del 2022 e si protrarrebbe fino all'autunno del 2022, fino ai Mondiali in Qatar. Ad inizio 2023 via al nuovo torneo di clausura, che si chiuderebbe entro l'estate, lasciando così la possibilità di ripristinare i calendari tradizionali dalla stagione successiva. Le coppe europee, nel frattempo, si continuerebbero a giocare secondo la consueta tempistica.

Un progetto per ora soltanto abbozzato, che andrebbe approfondito nel dettaglio per mettere d'accordo tutte le parti in causa, trovare nuove intese commerciali per i diritti televisivi, ripensare ogni aspetto dell'organizzazione attuale. Ma per effetto del Coronavirus è una possibilità reale: che il calcio, alla fine dell'emergenza, non sarà più lo stesso.

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