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La Lazio ribolle, Lotito e Sarri furiosi: squadra in ritiro, Luis Alberto è un caso

Dopo il pesante ko in casa del Verona e un duro confronto con i calciatori negli spogliatoi l’allenatore Maurizio Sarri e il patron Claudio Lotito hanno deciso di mandare la Lazio in ritiro punitivo in vista del tour de force che l’attende nei prossimi dieci giorni. L’ennesimo passo falso con una medio-piccola ha fatto esplodere la rabbia del tecnico e del presidente. Mentre Luis Alberto, in panchina al via anche al Bentegodi, diventa ormai un caso.
A cura di Michele Mazzeo
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La pesante sconfitta subita sul campo del Verona ha fatto esplodere la polveriera Lazio. L'umiliante 4-1 rimediato al Bentegodi è la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso facendo perdere la pazienza all'allenatore Maurizio Sarri e al patron Claudio Lotito che, dopo un duro e lungo confronto negli spogliatoi con i calciatori,  hanno deciso di mandare in ritiro punitivo Immobile e compagni. Dopo le vittorie nel derby contro la Roma e nel big match contro i campioni d'Italia dell'Inter la formazione biancoceleste si è ritrovata nuovamente in grande difficoltà al cospetto di una medio-piccola come avvenuto già in questo inizio di stagione con Bologna, Torino e Cagliari.

Una situazione a cui nemmeno il tecnico dei capitolini sa dare una spiegazione: "È difficile spiegare. È quello che è successo a Bologna. Questi alti e bassi si pagano caro soprattutto alla terza partita settimanale. Oggi non eravamo scarichi come a Bologna. La fase iniziale è stata buona, ma alla prima difficoltà ci siamo sciolti come neve al sole – ha infatti detto Sarri al termine della gara contro l'Hellas –. Questa partita ci ha dato mille opportunità per tornare in gioco e non ci siamo riusciti. La sensazione di superiorità avversaria di oggi è una cosa brutta. Lazio bene con le big e male con le medio piccole? La sensazione è questa – ha poi ammesso l'allenatore toscano -. Oggi c’erano tre punti in palio e sono gli stessi che c’erano con l’Inter. Bisogna venire con una testa diversa. Spiego questa partita con molta difficoltà. Ieri la squadra mi sembrava consapevole dell’importanza del match. Abbiamo fatto un bel riscaldamento e un bel l’approccio – ha infine concluso amaramente –, non mi aspettavo una partita così".

Un Maurizio Sarri che non ha fatto nulla per nascondere la propria rabbia dopo l'ennesimo blackout di questa sua prima avventura alla Lazio: "Qui bisogna mettere in dubbio se siamo una grande squadra o no – ha infatti risposto il tecnico biancoceleste visibilmente contrariato per quanto visto in campo al Bentegodi -. Una grande squadra, una partita come questa, se ha la palla del 2-2 subito dopo aver subito il 2-1 non perde. Una squadra che sul 3-1 prende una traversa, probabilmente trova la forza di non far uscire più l’avversario dalla propria area di rigore. Alternando i risultati in questo modo non possiamo certo pensare di essere una grande squadra e non possiamo definirci così".

Da qui l'esigenza del pugno duro mandando la squadra in ritiro alla vigilia del tour de force che l'attende con 4 gare (Fiorentina, Atalanta, Marsiglia e Salernitana) in 10 giorni: "Sono inaccettabili certe prestazioni dopo aver mostrato competitività in gare come quelle contro la Roma e l’Inter. È un’analisi da fare a livello collettivo e individuale, ognuno deve guardarsi dentro e capire cosa succede. Queste sono gare in cui è difficile avere un’idea anche di quelle che sono le prestazioni individuali. C’è poco da salvare, abbiamo fatto il contrario di quello che avevamo programmato. Abbiamo perso lucidità" è stata difatti la triste analisi di Sarri dopo la debacle di Verona.

In casa biancoceleste si spera dunque che con il ritiro la squadra possa trovare quella continuità di prestazione, dovuta evidentemente ad un calo di concentrazione contro le medio-piccole, mancata fino ad oggi. I tifosi biancocelesti si augurano anche di ritrovare quel Luis Alberto che tante soddisfazioni ha regalato loro nell'era Simone Inzaghi e che adesso invece sembra il fantasma di se stesso con Sarri che, anche per una questione di equilibrio tattico, lo ha fatto partire dalla panchina nelle ultime tre partite.

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