La fabbrica di plastica della Supercoppa in Arabia Saudita: i tifosi esultano a caso durante i rigori

Il momento è topico a Riad: Alessandro Bastoni va sul dischetto del rigore dell'Al-Awwal Park Stadium per calciare il secondo penalty per l'Inter contro il Bologna – dopo quello realizzato inizialmente da Lautaro – ma si fa parare il tiro da Ravaglia. Il difensore nerazzurro si lascia andare comprensibilmente alla delusione. Qualche attimo dopo, la regia televisiva stacca sulle tribune, nella zona dei tifosi nerazzurri. O almeno sedicenti tali, visto che c'è uno con tanto di sciarpa dell'Inter che esulta a caso, come se non avesse la più pallida idea di chi sta facendo cosa laggiù in campo, e soprattutto perché lo sta facendo. Non meglio di lui – come ‘figurante' in quota tifosi nerazzurri – è il tizio inquadrato alla sua destra, anch'egli coi colori sociali in bella mostra, ma più interessato a smanettare col suo smartphone – con un sorrisetto che lo distanzia un miglio da quanto sta accadendo in campo – che non alla drammatica conclusione della seconda semifinale di Supercoppa italiana, poi vinta dal Bologna grazie ai tre errori ai penalty degli uomini di Chivu.
L'atmosfera artificiale della Supercoppa in Arabia Saudita: i tifosi sugli spalti non sanno cosa sta succedendo
Una ‘fabbrica di plastica', un evento artificiale come già in passato ne abbiamo visti in Arabia: questo è la Supercoppa che abbiamo venduto per un pugno di euro (vabbè, qualche milione…) ai ricchissimi sauditi, desiderosi di rifarsi la faccia agli occhi del mondo comprando/organizzando più eventi possibili di alto profilo di tutti gli sport, dal calcio al tennis, ai motori. La conseguenza è che l'atmosfera poi è quella che è, sia perché i tifosi ‘veri' delle squadre italiane impegnate sono comprensibilmente rimasti a casa (salvo contingenti minimi), sia perché il pubblico locale con cui si è riempito gli spalti (a prezzi dei biglietti molto bassi) ha una conoscenza della materia calcistica spesso inesistente. Al punto di avere uno stadio popolato da spettatori che, in molti casi, non sanno nemmeno per chi tifare (pur avendo sciarpe che lo suggeriscono) o cosa stia succedendo tecnicamente al momento dei rigori.
Lo stadio di Riad semivuoto nonostante i tentativi di riempirlo il più possibile
Il fenomeno è chiaramente figlio della necessità degli organizzatori sauditi di evitare lo spettacolo di uno stadio vuoto in mondovisione, una tristezza già vista nelle edizioni precedenti. E peraltro lo stadio di Riad dove si è giocato non era neanche pieno. All'Al-Awwal Park Stadium (lo stadio dove gioca Cristiano Ronaldo col suo Al Nassr, capienza di circa 25mila posti) erano presenti circa 16-17mila spettatori. Nonostante i tentativi di riempimento, ampi settori delle tribune sono rimasti visibilmente vuoti. I biglietti erano stati messi in vendita a prezzi popolari per gli standard locali (a partire da circa 16 euro), proprio per incentivare l'affluenza, ma l'interesse presso quei lidi è davvero quello che è.

D'altro canto, il numero di tifosi arrivati dall'Italia era estremamente basso, quasi nullo per quanto riguarda il tifo organizzato delle quattro squadre coinvolte, che aveva annunciato il boicottaggio totale della trasferta in Arabia Saudita con comunicati durissimi contro la "mercificazione del calcio" e la scelta di giocare lontano dall'Italia per puro profitto. Si stima che dall'Italia siano partiti poche decine di tifosi, principalmente legati a pacchetti turistici o sponsor. Il risultato finale è stato l'ennesimo desolante spettacolo che abbiamo visto, col plus surreale dei tifosi che si comportavano a caso. Non benissimo, cara Lega di Serie A.