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La FA squalifica Bernardo Silva per il post ‘razzista’ su Mendy: “Inopportuno”

Dopo il procedimento aperto ad inizio di novembre è arrivata la decisione della Federcalcio inglese: Bernardo Silva è stato sospeso un turno per aver pubblicato un tweet di sfondo razzista sul suo compagno di squadra Mendy. “Era uno scherzo” si è giustificato Bernardo Silva in un post successivo.
A cura di Alessio Pediglieri
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Adesso è ufficiale, il tweet goliardico pubblicato sui social nei confronti del compagno di squadra Mendy è costato al centrocampista del Manchester City Bernardo Silva un turno di squalifica e 50.000 sterline di multa. Lo ha deciso la Football Association, la Federcalcio inglese, che ha accusato il portoghese di aver promosso una "condotta scorretta" perché quel tweet è stato considerato di sfondo razzista.

Cosa aveva pubblicato sui social

Bernardo Silva aveva pubblicato una foto del terzino francese da bambino con accanto il logo di una nota marca di cioccolatini spagnoli e la didascalia scritta dal portoghese "Indovina chi?" con una emoticon che ride. Silva aveva subito rimosso il post che però non è sfuggito all'associazione anti-razzista ‘Kick it Out‘ che ne aveva segnalato il contenuto alla FA, poi intervenuta in queste ore con la decisione della sanzione di un turno di squalifica.

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La spiegazione di Bernardo Silva

Ovviamente, per Bernardo Silva si era trattato di una semplice goliardata, di uno scherzo nei confronti di un proprio compagno di squadra, che non voleva essere né razzista bé dicscriminatorio. Un pensiero che lo stesso Bernardo Silva aveva poi postato nei giorni seguenti: "Can’t even joke with a friend these days… You guys…" (Non riesco nemmeno a scherzare con un amico in questi giorni … Ragazzi …). Una spiegazione che non ha evidentemente sortito alcun effeto nei confronti della Federcalcio inglese che ha accettato la spiegazione ma ha dovuto comunque punire un ‘comportamento' atto a istigare eventuali pensieri razzisti

La motivazione della FA

Il giocatore non intendeva che il post fosse offensivo o in alcun modo razzista. È chiaro che il tweet non doveva essere altro che uno scherzo tra amici. Tuttavia questa non era una comunicazione giocosa privata tra due amici. Ma il post era su una piattaforma di social esposta ai 600.000 follower di un giocatore professionista di alto profilo e rispettato

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