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La Curva Nord del Brescia: “Troppi morti, alla ripresa del campionato niente tifo”

La Curva Nord del Brescia, la frangia più calda del popolo del ‘Rigamonti’, ha annunciato l’intenzione di osservare una pausa dal tifo all’eventuale ripresa del campionato in segno di “doveroso rispetto per tutti coloro che stanno soffrendo in questo drammatico periodo”. Brescia è una delle province italiane più colpite dalla pandemia.
A cura di Redazione Sport
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In caso di ripresa del campionato di Serie A, niente tifo in segno di rispetto per chi ha sofferto a causa del Coronavirus. È la decisione della Curva Nord Brescia, cuore pulsante del sostegno per le Rondinelle. Proprio il club lombardo ha comunicato la presa di posizione dei propri sostenitori attraverso un comunicato ufficiale.

Troppe lacrime, Troppi morti. Troppe sono le pagine di necrologi che riempiono i nostri giornali di persone che continuano a morire nella solitudine di un letto d’ospedale, lontano dall’affetto dei propri cari che, rinchiusi nelle proprie case, vengono avvisati della triste perdita da una telefonata. È proprio la frustrazione derivante dall’impossibilità di stare vicino a chi di noi sta soffrendo e a chiunque è in prima linea a rischio della propria vita, che abbiamo deciso che La Curva Nord Brescia, all'eventuale ripresa del campionato e riapertura degli stadi, non torneremo a tifare sugli spalti in osservanza di un doveroso rispetto per tutti coloro che stanno soffrendo in questo drammatico periodo.

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Lo striscione strappato e le scuse per i cori contro Napoli

Il comunicato della frangia più calda della tifoseria del ‘Rigamonti', è arrivato a poche ore dalla ‘rimozione' dello striscione di amicizia e speranza esposto sul ponte che separa le due province di Brescia e Bergamo, e a qualche settimana dalle scuse ufficiali che la Curva Nord del Brescia aveva inviato a tutti dopo i cori rivolti ai tifosi partenopei (‘Napoli Coronavirus‘) in occasione della sfida giocata lo scorso 21 febbraio: "Il nostro voleva solo essere uno sfottò goliardico con cori che non hanno mai fatto male a nessuno. Ci rendiamo conto però di avere sbagliato dato che il nostro Paese sta affrontando il possibile sviluppo di questo male e chiediamo scusa alle famiglie italiane coinvolte".

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