Juventus-Inter a porte chiuse, Andrea Agnelli: “Il primo pensiero va alla salute”

Oramai è l'argomento calcistico del momento: cosa succederà a Juventus-Inter, il big match dal profumo di scudetto minacciato dalla pandemia da Coronavirus? Sì, perché il derby d'Italia è a forte rischio, potrebbe anche non disputarsi stando all'attuale ordinanza del Governo che ha fermato tutti gli eventi – anche ludico-sportivi – aperti al pubblico. L'unica strada da percorrere è, dunque, quella di salvaguardare la partita senza rinvii e giocarla a porte chiuse.
Una scelta obbligata che ha già spinto la Federcalcio a riunirsi e la Lega di Serie A a scrivere una lettera formale al Governo per chiedere il permesso di giocare comunque, a stadio vuoto. Si perderà lo spettacolo, il corollario di tifosi, coreografie, cori e bandiere ma si manterrà in vigore la volontà del Governo e si preserverà lo svolgimento corretto del campionato. Il problema, infatti, è un calendario oramai esaurito in ogni data, in cui è impossibile inserire eventuali recuperi.
Andrea Agnelli in linea con Lega e Figc
A cercare di fare ulteriore chiarezza sulla questione, fugando qualsiasi polemica sul nascere è sceso in campo anche Andrea Agnelli, il presidente della Juventus, squadra ospitante, nel proprio impianto di proprietà della gara valida per la 25a giornata e in programma domenica sera. Tutto per spiegare come il calcio abbia sempre e solo a cuore la salute di tutti e il provvedimento eventuale delle porte chiuse debba essere letto in questo modo, non come un ‘escamotage' per aggirare le regole.
"In questo momento – ha spiegato il presidente bianconero intervenuto in diretta ai microfoni di ‘Tutti Convocati' su Radio24 – la priorità per il sistema Paese è la tutela della salute pubblica. C'e' un dialogo in corso ma accetteremo qualsiasi determinazione nell'interesse della salute pubblica. Se ci fosse imposto di giocare a porte chiuse, così faremo".
Anche a porte chiuse, purché si giochi
Non è un problema, per nessuno, tanto meno per il mondo calcistico. Purchè si giochi. Il pensiero di Agnelli ricalca infatti quello espresso dalle istituzioni sportive con "un calendario intasato" che porta a una situazione "estremamente complicata" se venissero confermati i rinvii.