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Inter, Conte smorza gli animi: “La mia espulsione? Non ho accettato il recupero così corto”

Il tecnico nerazzurro nel dopo partita chiarisce l’episodio che ha acceso il finale di match: “Non eravamo d’accordo con i minuti di recupero dati da Maresca. Poi, quando l’arbitro decide si deve rispettare la sua scelta”. E sul pareggio di Udine: “Rammarico ce n’è, ma sappiamo cosa vogliamo: lo scudetto dà prestigio economico e sportivo”.
A cura di Alessio Pediglieri
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Antonio Conte è uscito dal campo come una autentica furia, ma si è ripresentato davanti a microfoni e telecamere con la calma di chi ha capito che è inutile ulteriormente fomentare animi, dare spazio a polemiche e creare tensioni, attorno ad una squadra che sta comunque facendo bene. Così, il tecnico dell'Inter spiega quei secondi di fuoco con l'arbitro Maresca che prima lo ha ammonito e poi gli ha sventolato il cartellino rosso.

"Non era d'accordo sui minuti di recupero, erano troppo pochi viste le perdite di tempo dei giocatori dell'Udinese. Nervoso? No, solamente avevo voglia di vincere questa partita".  Una analisi lucida, a posteriori in cui Conte non cerca alibi o non insiste nelle proprie recriminazioni: "Non eravamo d'accordo, poi l'arbitro deve prendere delle decisioni e anche chi non è d'accordo deve accettarle", ha poi concluso nell'analisi del singolo episodio che ha acceso Udinese-Inter.

Sulla gara, Conte è rimasto sufficientemente soddisfatto anche se il rammarico c'è: con il Milan che scivola a Milano contro l'Atalanta, l'occasione era ghiotta. Riacciuffare i rossoneri in vetta a fine girone d'andata avrebbe significato moltissimo: "Non guardiamo loro, guardiamo a quello che facciamo noi e ovviamente spiace non aver vinto. Anche perché lo scudetto resta la priorità su tutto: dà moltissimo sia da un punto di vista economico sia da un punto di vista di prestigio per la società".

Dunque, la Coppa Italia in secondo piano e soprattutto il derby che attende i nerazzurri: "Non snobbiamo il torneo, lo abbiamo già  onorato a Firenze e continueremo a farlo. Adesso però ci sono delle priorità e delle valutazioni da fare. Capiremo la condizione generale di tutti, chi sta bene e chi no, chi può farcela e chi si è meritato anche un po' di spazio. Non ci poniamo limiti ma sappiamo quello che vogliamo".

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