“Indegni, toglietevi la maglia!”: la polizia dice no alla barbarie e arresta sei tifosi

C'è modo e modo di manifestare il proprio dissenso rispetto alla prestazione – ritenuta scadente – della squadra per la quale si fa il tifo. Va bene fischiare, ma superare i confini della civiltà con insulti e minacce non è ammissibile, men che meno mortificare nella propria dignità uno sportivo che ha cercato di fare del proprio meglio per onorare i colori che indossa.
Eppure, nel distorto codice ultrà, sono i tifosi duri e puri a stabilire se davvero chi rappresentava la loro squadra in campo abbia fatto il proprio dovere oppure non sia stato all'altezza. Nel qual caso, il tribunale istituito sul momento può arrivare ad emettere la sentenza che gli "indegni" debbano non solo andare sotto la curva ad umiliarsi ma anche spogliarsi dei simboli che non sono stati in grado di far rispettare: in poche parole, togliersi la maglia e denudarsi.
È accaduto domenica scorsa, 13 novembre, al termine del match valevole per la decima giornata del Girone B del campionato di Eccellenza tra ASD Città di Siracusa e Nuova Igea Virtus, finito 4-0 per gli ospiti. Una sconfitta bruciante per i padroni di casa, che ha fatto scoppiare dei disordini sugli spalti dello stadio Nicola De Simone.

"I facinorosi, dopo essere saliti sulla balaustra di separazione tra gli spalti ed il campo – si legge nella nota della Questura – minacciavano i giocatori del Siracusa, alcuni invadevano anche il terreno di gioco, costringendo gli atleti a spogliarsi della livrea sportiva ed a consegnarla agli stessi, sostenendo, a causa della pesante sconfitta subita, che non erano degni di indossare la maglia sportiva del Siracusa".
Una condotta che per una volta non è passata in cavalleria ed è stata oggetto di indagini approfondite condotte dagli agenti della Digos, che in un paio di giorni hanno individuato ed arrestato i responsabili del rito barbaro: sei tifosi, cinque siracusani e un netino, fermati con l'accusa di violenza privata. La polizia ha inoltre identificato altri dieci persone che nei pressi dello stadio avevano lanciato oggetti contro la tifoseria avversaria.