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Il Var nelle competizioni UEFA è disastroso: l’errore è di chi ha messo Boban a gestirlo

Boban ha espresso spesso pubblicamente idee che guardano al passato del calcio. Affidargli lo strumento più innovativo è un errore logico.
A cura di Jvan Sica
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Marco van Basten era Chief Officer for Technical Development della UEFA. Il suo capo diretto era Zvonimir Boban. Nel suo libro “Fragile”, l’ex centravanti del Milan scrive che a un certo punto parlò con dei giornalisti di alcune modifiche innovative per quanto riguarda il calcio, nello specifico il fuorigioco. Appena Boban incontra van Basten, questi gli fa una lavata di capo che non finisce più, tanto è vero che poco dopo Van Basten lascia l’incarico. Non piaceva di sicuro l’aver parlato coi giornalisti e forse non piacevano nemmeno le sue idee un po’ troppo innovative.

Ecco, oggi Zvonimir Boban è, tra le altre cose, responsabile del Var UEFA, ovvero dello strumento più innovativo del calcio. E lo strumento più innovativo del calcio, supervisionato da Boban, non funziona o almeno funziona in maniera molto diversa rispetto ai campionati e questo crea una discrepanza che è difficile da comprendere.

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La Roma ha terminato la partita con un calciatore con la faccia spaccata da una gomitata e con un rigore negato grosso come una casa. Il braccio del difensore non solo era largo, ma ha anche impedito al pallone di arrivare a Belotti che avrebbe avuto una buona occasione da gol.

Questo fatto, anzi questi fatti, si legano a un altro fatto clamoroso, ovvero al rigore non dato a Lozano sul fallo più che netto di Leao nel ritorno dei quarti di finale di Champions League tra Milan e Napoli. In quel caso si parlò stupidamente di Boban vicino a Maldini e di questioni di tifo. Non è questa la verità, è appunto una stupidità, non coglie il nocciolo della questione.

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Sembra una barzelletta che si affidi lo strumento tecnologico più innovativo del mondo del calcio a una persona che ha espresso più volte pubblicamente l’idea che le novità non gli vanno a genio. Un’altra frase famosa di Boban infatti è: “Non si può giocare in area di rigore come i pinguini”, riferendosi al fatto che i difensori devono tenere le mani dietro la schiena e questa sera si è visto eccome.

Boban non è un manager che si può considerare bravo o non bravo in relazione a quello che sa di calcio o che immagina, ma di sicuro è una follia mettere un uomo che guarda al passato proprio sullo strumento del futuro. È un corto circuito logico che sta creando solo disastri. Cinque minuti dopo aver scritto questo articolo hanno dato un rigore all'Italia Under 20 per un fallo di mano molto meno evidente. Ecco la discrepanza che crea confusione.

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