Il VAR all’arbitro sul rigore non dato per il ceffone di Svilar: “Spiegaglielo”. Ma è tutto sbagliato

Il designatore Gianluca Rocchi non usa giri di parole quando durante OpenVAR su DAZN gli mostrano le immagini dello scontro tra Svilar e Ostigard negli ultimi istanti di Roma-Genoa, posticipo di Serie A vinto 3-1 dai giallorossi: "Per noi questo è rigore", è la sentenza che boccia senza appello l'arbitro Marco Di Bello ma soprattutto il duo in sala VAR, Prontera e Manganiello, che hanno avuto tutto il tempo di rivedere da più angolazioni il ceffone rifilato dal portiere giallorosso al difensore genoano dopo essere stato anticipato dal suo colpo di testa. Nella circostanza, il direttore di gara non viene richiamato all'on field-review e non può fare altro (non ha altra scelta, da protocollo…) se non accettare come buona la spiegazione che gli viene data in auricolare e comunicarla a sua volta ai calciatori in campo.
L'audio tra sala VAR e arbitro nel finale del primo tempo di Roma-Genoa: cronaca di un disastro
Una spiegazione che non solo è tutta sbagliata, ma anche abbastanza imbarazzante, tanto appare solare che colpire in quel modo un avversario nella propria area di rigore sia penalty in qualsiasi universo. L'audio di quei momenti è molto chiaro nella distribuzione delle responsabilità e spiega bene come sia ancora possibile, nonostante l'uso dello strumento tecnologico, che si assista a errori arbitrali così colossali.
Si sta giocando il recupero del primo tempo di Roma-Genoa, ultima azione per gli ospiti: calcio di punizione dalla trequarti, spizzata a prolungare nel cuore dell'area e colpo di testa di Ostigard ad anticipare Svilar nell'area piccola. Il pallone finisce sul corpo del portiere e poi in angolo, ma intanto l'estremo difensore giallorosso ha rifilato un bel colpo diretto al volto del calciatore rossoblù.
L'arbitro Di Bello viene fermato dal "check in corso" comunicatogli dalla sala VAR. Prontera e Manganiello si fanno dare dall'operatore tutte le inquadrature possibili, insistendo di averle anche "in dinamica", ovvero nello scorrere dell'azione in velocità normale e non rallentata. "È un tocco minimo", "Ok, perfetto, puoi fischiare la fine", sono frasi rivolte al direttore di gara, che non fa battere l'angolo e fischia il termine del primo tempo.
"Non c'è rigore, è uno scontro fortuito, lui è fermo", spiega poi Di Bello ai calciatori del Genoa che continuano a protestare. Al che dalla sala VAR insistono: "Spiegaglielo, è un tocco minimo con la mano aperta", "Marco, vanno alla ricerca del pallone, non c'è consistenza". Parole che vengono riportate in tempo reale dall'arbitro ai rossoblù e sulle quali poi Daniele De Rossi commenterà dopo la partita: "Non dico cosa mi ha detto l'arbitro, non farebbe bella figura. Ma non tanto lui, ma chi doveva vedere". Ovvero VAR e AVAR, sonoramente smentiti da Rocchi: "Questo per noi è rigore, perché comunque il giocatore è in ritardo. Il fatto che Svilar vada a cercare il pallone e trovi l'avversario, specialmente il viso, in questo caso è punibile". Un disastro, insomma.