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Il pagellone dell’Inter campione d’Italia: Lautaro e Barella leader, c’è solo un “non pervenuto”

Le pagelle dell’Inter che ha vinto lo Scudetto numero 20 della sua storia: da Lautaro a Barella passando per Mkhitaryan, Calhanoglu, Dimarco e Bastoni, i voti del trionfo nerazzurro.
A cura di Vito Lamorte
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L'Inter vince il suo 20° Scudetto e lo fa dominando il campionato in maniera netta e inequivocabile. La squadra di Simone Inzaghi si aggiudica il titolo che vale la seconda stella sul petto e lo fa vincendo il sesto derby di fila, piazzando il sorpasso nell'albo d'oro ai danni del Milan e tornando davanti a tutti in campionato a tre anni di distanza dall'ultimo trionfo.

La Beneamata, a parte qualche piccolo episodio arbitrale sul quale si può ed è giusto discutere, ha vinto in maniera meritata il tricolore mettendo in mostra un calcio divertente, fatto da un grande collettivo che è riuscito ad esaltare le doti tecniche ed atletiche di molti singoli.

Queste le pagelle della squadra nerazzurra che ha vinto il titolo nazionale numero 20 della sua storia.

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Yann  Sommer. Arrivato in sordina, il portiere svizzero è diventato importantissimo nella manovra nerazzurra e le sue qualità con i piedi hanno contribuito al miglioramento e all'efficacia del gioco dell'Inter. Voto: 8.

Benjmin Pavard. L'acquisto più caro della scorsa campagna acquisti nerazzurra è stato molto criticato da alcuni ma le qualità del difensore francese sono fuori discussione: ottima interpretazione del ruolo come ‘braccetto di destra', dinamismo, letture in entrambe le fasi e leadership. Voto: 8,5.

Francesco Acerbi. C'è un prima e un dopo: Acerbi fino a Inter-Napoli era, senza discussioni, il vero uomo simbolo della difesa dell'Inter scudettata ma quanto accaduto con Juan Jesus è qualcosa che non può passare così, come se nulla fosse successo. Eleggere i calciatori e gli sportivi a simboli e idoli di moralità è sempre molto discutibile ma ci sono comportamenti e comportamenti. Voto: da 8,5 a 5,5.

Alessandro Bastoni. Il regista difensivo dell'Inter per qualità e intelligenza calcistica. Quest'anno ha, addirittura, aumentato la sua partecipazione all'azione offensiva e in alcune giocate sembrava un centrocampista più che un difensore. Voto: 9.

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Matteo Darmian. Il jolly che tutti gli allenatori vorrebbero: applicazione, impegno e dedizione alla causa. Voto: 8,5.

Nicolò Barella. Il numero 23 dell'Inter sa fare tutto: imposta, contrasta, difende e fa gol. Giocatore totale. Voto: 9,5 .

Hakan Calhanoglu. Per molti mesi è stato il vero MVP della Serie A giocando in maniera eccelsa da direttore di un'orchestra che suonava una musica fantastica: corto o lungo non fa differenze, il turco ha qualità per fare tutto. Dal dischetto è infallibile. Voto: 9,5.

Henrikh Mkhitaryan. Calciatore insostituibile per la sua intelligenza calcistica. Inzaghi ci ha rinunciato raramente e ha raccolto standing ovation a San Siro ogni volta che è stato sostituito. Voto: 9,5.

Federico Dimarco. A sinistra è un treno che non si ferma mai: Federico da Porta Romana, che coniuga qualità e quantità in maniera eccellente, ha coronato il suo sogno e nello spogliatoio il suo peso è sempre più evidente. Voto: 9,5.

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Marcus Thuram. Nessuno si aspettava un impatto così dirompente del figlio d'arte: Thuram aveva sempre giocato da esterno ma nel nuovo ruolo di spalla d'attacco si è rivelato devastante per trequarti di annata. Voto: 9.

Lautaro Martinez. Il capitano, il calciatore che è sempre pronto a fare una corsa in più per il compagno e che è pronto a prendersi la responsabilità nei momenti difficili. Il Toro era arrivato a Milano che era un diamante grezzo e ora è un leader vero.Voto: 9,5.

Davide Frattesi. Il miglior dodicesimo uomo della Serie A e di molti campionati europei. Si è fatto sempre trovare pronto quando è stato mandato in campo: i suoi inserimenti senza palla sono sempre letali per gli avversari. Voto: 8,5.

Carlos Augusto. Il calciatore brasiliano si è mosso benissimo sia come difensore che da laterale: forza fisica, dinamismo e grande intelligenza in fase offensiva. Acquisto intelligente e di prospettiva. Voto: 8.

Stefan de Vrij. Il difensore olandese sembrava aver preso la parabola ascendente della sua carriera ma in molte gare di questa stagione ha sfoderato prestazioni degne dei suoi periodi migliori. Voto: 8.

Denzel Dumfries. Il laterale olandese ha perso il posto da titolare ma nelle rotazioni di Inzaghi è sempre entrato perché la sua forza e il suo dinamismo sono stati di grande utilità a partita in corso. Voto: 7,5.

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Alexis Sanchez. Il Nino Maravilla dimostra la sua classe ma l'età inizia a farsi sentire: quando Thuram è stato infortunato è riuscito a compensare l'assenza del compagno grazie alla sua grande tecnica e alla sua intelligenza calcistica ma per poter competere anche a livello europeo, probabilmente, l'Inter avrà bisogno di innesti in fase offensiva. Voto: 7.

Marko Arnautovic. Il suo contributo non è stato all'altezza delle aspettative che la società si auspicava quando l'ha preso ad agosto 2023. Gli infortuni non lo hanno aiutato. Voto: 6,5.

Kristjan Asllani. Il numero 21 dell'Inter ha avuto poche possibilità di mettersi in mostra perché Calhanoglu ha disputato la stagione migliore della sua carriera ma il centrocampista albanese ha sempre risposto presente quando è stato chiamato in causa. Il gol contro il Genoa è una perla. Voto: 7.

Juan Cuadrado. Due domande sul colombiano: è stato l'investimento giusto per la fascia destra sapendo i problemi fisici dell'ex Juventus? Rimarrà anche il prossimo anno? Voto: NP.

Simone Inzaghi. È lui l'artefice di questo trionfo a tinte nerazzurre: la sua Inter ha acquisito consapevolezza gara dopo gara e sembrava perfettamente in grado di sapere quando e come colpire. Le sue idee sono state analizzate anche oltre le Alpi e questo è un grande riconoscimento per un allenatore che veniva etichettato come ‘tecnico di coppa'.  Voto: 10.

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